Pochi minuti fa i gruppi ultras Forever Ultras 1974 e Freak Boys Bologna hanno emesso un durissimo comunicato rivolto al presidente Joey Saputo con una richiesta precisa: il licenziamento di Claudio Fenucci, Marco Di Vaio e Riccardo Bigon. Ecco il testo integrale.

TROPPI ROMANI A CASTELDEBOLE

Scriviamo queste righe in seguito agli avvenimenti di questi giorni; striscioni e contro-striscioni, accenni di contestazione e strenuo sostegno alla squadra.

Il periodo che viviamo, a nostro avviso, è frutto di un processo lungo almeno 7 anni, non circoscrivibile all'estemporaneità e alla peculiarità degli ultimi, almeno, due anni.

Vi invitiamo per questo a impegnare qualche minuto del vostro tempo per capire la nostra analisi e la nostra posizione, consci che possa essere o meno condivisa; ciò nonostante, quella che proponiamo è la nostra panoramica della situazione, il nostro punto di vista, frutto delle nostre vicissitudini e delle nostre esperienze. Condivisibile o no, questa è la nostra posizione.

27 gennaio 2019. Il Bologna frana in casa 0-4 contro il Frosinone.

Dopo tre anni di “tacito consenso”, in cui avevamo deciso di lasciare lavorare la nuova società, stando alla porta, monitorando attentamente il susseguirsi di giocatori, allenatori, DS, e via discorrendo, la stagione 2018/2019 ci fece tornare in mente ricordi di stagioni già vissute: dopo tre anni di poco o di pochissimo, il compimento di un fallimento sportivo a Bologna, purtroppo, già noto, ci appariva dietro l'angolo.

E' il quarto anno di gestione Saputo, e quella domenica è presente allo stadio. AI quarto gol segnato dai ciociari, neopromossi in Serie A e all'ultimo posto in classifica, decidiamo di staccare i drappi dalla balaustra e, sull'onda della rabbia della situazione, cerchiamo di richiamare quanta più gente possibile e convogliarla all'esterno dello stadio, puntando via dello Sport: immediatamente un paio di migliaia di persone si riversano in strada, diretti all'ingresso della Tribuna. È lì, davanti a quella gente, che abbiamo conosciuto il Signor Saputo: convocato a gran voce dai suoi tifosi, scese e si confrontò con noi. Ascoltò quello che abbiamo avuto da dirgli, e grazie alla stampa presente tutto intorno, tutta Bologna ha potuto ascoltarlo.

La voce che abbiamo fatto sentire quel giorno al Presidente era la voce di una città disillusa, che ha ormai imparato a riconoscere il marcio quando arriva a Casteldebole, anche se celato dietro ad altrui lingotti d'oro e assegni. Una città delusa e arrabbiata, ma non abbattuta; una città fiera della propria storia, orgogliosa delle proprie tradizioni, attaccata ai suoi colori.
Una città intelligente e civile.

In quell'occasione, Saputo fece delle promesse, si impegnò ad attuare dei cambiamenti, ammettendo i suoi sbagli e marcandoli forse anche più di quanto l'avessimo fatto noi: perché è bene capire che il problema, a nostro avviso, non era Saputo, bensì i suoi delegati. Oggi, a distanza di poco più di 3 anni, la situazione non è poi tanto diversa.

Abbiamo visto partire Sabatini, uomo di calcio vero, che nulla aveva ancora fatto per non meritarsi la nostra fiducia, e abbiamo invece visto rimanere i soliti tre personaggi di cui parlavamo a Mr. Saputo quella domenica del 2019: Claudio Fenucci, Marco di Vaio e Riccardo Bigon.

A loro si imputa (non solo) un percorso sportivo a dir poco insoddisfacente, nel quale generalmente, noi, entriamo poco nel merito, ma in quanto Bolognesi e tifosi del BFC, non possiamo non notare.

Le promesse a livello sportivo sono state disattese e ancora di più le promesse sulla ristrutturazione della società. Bologna è sempre stata una città capace di dimostrare attaccamento alla squadra con una curva spettacolare e colorata che non ha mai preso di mira chi lottava, chi sudava quella maglia. Ed è proprio questa passione e questo attaccamento alla maglia, unito alla prospettiva di una società sana e stabile, che aveva permesso a Forever Ultras e agli altri gruppi della curva, di tentare di ricucire i rapporti: storie lunghe come quelle nostre e dei nostri avi si portano dietro tante fratture, che hanno bisogno di tempo per guarire. E noi prendendoci quel tempo, stavamo lavorando per restituire alla città una curva di cui andare nuovamente fieri, come negli anni d'oro del nostro amato Bologna. Impegno condiviso e dal quale non ci siamo mai tirati indietro, nonostante le ovvie difficoltà; difficoltà che, non si scordi, col Covid sono decuplicate. Due anni lontano dalla curva, dal Bologna, da Casteldebole. Costretti a guardare dalla finestra cosa succede poco più in là; ma sempre molto attenti. E comunque fanno male.

Vedere tanto lavoro spazzato via, nuovamente, da questa grottesca amministrazione societaria ci riempie di una rabbia non nuova. Una città nuovamente divisa a causa di una totale assenza di serietà, leadership, e interesse nel B.F.C. in città e tra le mura di Casteldebole, dove più di una volta abbiamo notato come questa dirigenza sembri fare di tutto per incrementare la disunità di quello che dovrebbe essere il suo pubblico in toto, ammiccando e prendendo contatti solo con la fetta di tifoseria più docile e accomodante; abbiamo visto diverse volte attacchi su social, nei blog, nelle radio, sui giornali nei confronti di chi lamenta l'attuale situazione del Bologna.

Noi questi personaggi già li conosciamo, e da tre anni, da quel 27 gennaio 2019, lo ribadiamo:

VIA I ROMANI DAL BOLOGNA!

Non c'è più pazienza per le parole di questi 3 incompetenti, non c'è più indifferenza davanti agli ammiccamenti tra certuni diventati oggi evidenti a tutta la città. Non c'è più tolleranza verso chi non pensa unicamente che al bene del Bologna.

Riteniamo, tuttavia, importate specificare di nuovo che questo nostro comunicato non è rivolto a Saputo, insieme a lui vogliamo cambiare questa situazione, non contestare il suo operato. Questo comunicato è esclusivamente contro Fenucci e Di vaio in primis e subito dopo Bigon. Lo diciamo chiaramente, di modo che non ci sia nessun margine di fraintendimento o di speculazione intorno alle nostre parole.

Assicureremo sempre il nostro sostegno dentro lo stadio, non interromperemo le nostre attività di tifo, in casa ed in trasferta, sperando che le condizioni epidemiologiche continuino a consentircelo.

Ciononostante, aspettiamo, a fine stagione, i conclamati cambiamenti che il Presidente auspicava tre anni fa.

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