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La tesi di Motta al Master Uefa Pro: “Il valore del pallone”

Il Corriere di Bologna ci riporta alcuni spezzoni della lunga tesi di Thiago Motta al Master Uefa Pro. Il tecnico italo-brasiliano ha voluto mettere al centro del proprio lavoro il pallone – principio cardine della sua filosofia – grazie al quale è stato il primo della classe con un punteggio di 108 su 110, davanti addirittura ad Andrea Pirlo e Vincenzo Italiano. 

L’importanza del pallone

Il pallone, il migliore amico di Oliver Hutton, personaggio della saga “Holly e Benji”, ha assunto un valore principale anche per Motta, un vero e proprio Master.

Il pallone è uno strumento di gioco di squadra, espressione di una forma più complessa di gioco collettivo, il bene più prezioso. Perderlo è una sorta di crimine calcistico, perchè si perdeva non solo l’oggetto dall’alto valore personale (il regalo del papà), ma anche lo strumento indispensabile per esprimere l’appartenenza al gruppo-squadra. Il pallone è un mezzo per sviluppare l’intelligenza emotiva  del giocatore, alla base del rapporto che costituisce l’essenza dello spirito di squadra

Gruppo-squadra espresso in occasione dell’elogio al suo terzino sinistro, Victor Kristiansen, per l’abnegazione con cui recupera palla, un qualcosa che ha imparato al Barcellona, assieme al consolidamento di essa. 

La componente psicologica

Si può definire come uno strumento di lavoro attraverso cui si esprimono le capacità di ogni membro della squadra, ossia del gruppo di lavoro unito dal principale obiettivo di vincere e di fare gol. 

Sigmund Freud e Umberto Galimberti

Sottolinea l’importanza della “creazione di uno spirito di squadra virtuosa” e della serenità del singolo nel combattere lo stress dell’ottenimento di un obiettivo. 

L’impronta di Bielsa

Attraverso il collettivo si da ampio spazio di libertà al singolo, come si può notare dall’espressione calcistica di Riccardo Calafiori, come Stuart Dallas per il Leeds del Loco Bielsa.

Consapevolezza di tutti gli elementi della squadra di essere protagonisti tatticamente utili allo sviluppo di gioco, determinata dalla fiducia in loro stessi nel possesso della palla. 

Simpatica la battuta con la quale il c.t. dell’Under 21 Nunziata a Riccardo Calafiori: “Mi raccomando, qui non siamo al Bologna eh”.

Il c.t. dell’U21 Carmine Nunziata

La riconquista del pallone

Il terzo caposaldo della sua tesi (dopo “non avere paura del pallone” e “volere e ottenere il possesso”) lo ha appreso dal c.t. della Germania Low e tratta della voglia di riprendersi il pallone una volta perduto. 

Perchè quando la squadra si posiziona in modo coerente ed omogeno rispetto alla posizione del pallone, si riducono le opposizioni tattiche degli avversari, ma soprattutto aumenta l’efficacia tattica e fisica della propria squadra

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Pietro Celeste

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