Dopo la comunicazione dell’accordo tra Bologna e Webuild, il tema della ristrutturazione del Dall’Ara torna in voga in città. L’architetto Andrea Trebbi ha esposto i suoi dubbi riguardo ai lavori: di seguito le sue parole riportate da Il Resto del Carlino.
La prima incertezza riguarda la posizione della struttura dello stadio, e comunica: “La posizione del Dall’Ara, urbanisticamente, non è corretta: pone grandi disagi.”, prosegue, “La locazione del Dall’Ara è incongrua rispetto alla dimensione che l’impianto richiederebbe se giocassimo delle partite internazionali, come sta accadendo ora, e anche per i disagi che questa grande dimensione provoca al quartiere.”
Lo stadio, a suo parere, dovrebbe collocarsi in zone più periferiche della città, infatti: “Quando il Dall’Ara fu costruito, si trovava in mezzo ai campi, ma ora non più.”
Secondo lui, lo stadio dovrebbe sorgere in “Un’area efficacemente servita da reti stradali, su una direttrice larga che è pertinente a un impianto sportivo.”
L’architetto continua mostrando quali potrebbero essere le criticità in ambito urbanistico: “L’inserimento dello stadio nell’area Costa-Saragozza non è supportato da una serie di spazi, collegamenti e infrastrutture che possano autorizzarne proseguimento e uso. Quando c’è la partita, Saragozza è murata ed è insostenibile.”
Specifica: “”In zona non ci si muove non perché i tifosi vanno al Dall’Ara in macchina, ma perché per motivi di sicurezza le forze dell’ordine chiudono le strade. Se si tratta di seguire un solo campionato, con una partita in casa ogni due settimane, la tollerabilità c’è.”
Tuttavia, il Bologna ad oggi ha molte più gare rispetto ad una normale stagione: “L’auspicio è che il Bologna rimanga in Champions e che competa anche in altri circuiti europei, ma vivere il caos dei match in settimana è infattibile.”
Sul nuovo accordo del Bologna con Webuild e i costi della ristrutturazione esprime: “Una cifra folle che, alla fine, supererà i 200 milioni di euro. E a questo si aggiunge la costruzione dello stadio sostitutivo al Caab, dove non ci sarebbe un’ambiente confortevole. In base al singolo progetto, sarebbe più conveniente costruire una nuova struttura definitiva da zero.”
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