Julio Cruz ha parlato ai microfoni del Corriere del Bologna in vista del match di questo pomeriggio che vedrà affrontarsi al Meazza Inter e Bologna, ecco le sue parole.

Sull'esordio del figlio con la maglia dell'Hellas Verona:È stata una gioia per tutti, è in squadra da poco, gli danno tutti una grande mano. Lui conosce bene l’Italia, fino ai suoi 11 anni vivevamo qua, ma deve abituarsi al vostro calcio. Farà la sua strada a prescindere dalla mia, un po’ come per Marcus Thuram: l’altra sera ne parlavo con suo papà, un tempo mio avversario”.

Sull'inizio di campionato di Inter e Bologna:Positivo per entrambe. Ottimo per l’Inter, buono per il Bologna. Siamo però solo all’inizio. I nerazzurri, compresi i nuovi arrivati, interpretano bene il 3-5-2 di Inzaghi e i rossoblù la filosofia di gioco e di lavoro di Motta”.

Sul divario tecnico tra le due squadre: Sì, ma non si sa mai. La serie A è complicata, chiunque può mettere in difficoltà una grande”.

La sfida tra Lautaro e Orsolini:Il mio connazionale prende in mano la squadra, gioca per gli altri e per sé, si è visto anche in Champions con il Benfica. Orsolini mi piace, è forte, salta l’uomo, va al tiro. Ma c’è anche Zirkzee, bravissimo tecnicamente, fa salire la squadra, lo apprezzo per la sua completezza”.

Su Inzaghi e Motta:Simone ha fatto un grande percorso a Roma, il club l’ha aiutato ed è diventato un vincente dimostrando di essere pronto per una grande: non è semplice gestire una rosa di campioni. Motta sono venuto a vederlo l’altro anno, il suo metodo di lavoro è interessantissimo e poi cerca il bel gioco. Uno è consacrato, l’altro è su quella strada”.

Sul periodo a Bologna:Anni bellissimi. Soffrii i primi tre mesi, arrivavo da un calcio diverso, quello olandese. Quando andai via a molti tifosi dispiacque. Dalla mia finestra di casa vedevo San Luca. Ho vissuto Bologna, il suo centro storico, le sue eccellenze: un privilegio”.

Sui compagni di squadra:Li ricordo tutti, eravamo una bella squadra, sapevamo cosa volevamo. Beppe Signori mi aiutò molto, condividevamo la stanza, abbiamo vissuto dentro e fuori dal campo, in vacanza con le famiglie, lui è venuto a trovarmi in Argentina, un grande amico”.

Sulla sconfitta a Brescia:Nessuno si aspettava che finisse così. Eravamo motivatissimi come loro, ma le partite talvolta prendono pieghe inaspettate”.

Sulla sua cessione e sulle dimissioni di Guidolin:Un giorno viene da me e mi chiede “ma te vai via?”, io dico “no, non ho ricevuto alcuna richiesta” perché era la verità. “Se vai via vado via anche io”, mi disse. Pensavo scherzasse. Quella sera invece mi chiama il mio procuratore, era arrivata un’offerta dall’Inter. Il giorno dopo sono a Milano a firmare e quando torno Guidolin s’era dimesso. Incredibile, fu di parola. Forse c’era anche qualcos’altro, non so”.

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