Strano destino di un campionato che sta assumendo tonalità care a Fantozzi, il grigio topo celebre nei film del ragioniere. Il Bologna non ha più obiettivi – che dire dopo la 13ª sconfitta stagionale se non farsi cadere le braccia (e abbiamo scritto braccia) – ma ha molte responsabilità. Certo, nei confronti di se stesso e del futuro che incombe, chissà se come minaccia o come promessa. Ma anche – pensa un po’ – nella corsa scudetto. La partita che non c’è – ma che prima o poi ci sarà – è quella che il Bologna dovrà giocare con l’Inter e che – statene certi – avrà un peso decisivo nella corsa scudetto. A breve forse verrà decisa la data e chissà in che condizioni ci arriverà il Bologna e chissà quanto lunga – lunghissima – sarà la fila dei dietrologi che avranno da ridire sullo stato di forma e sulle motivazioni della squadra. A questo proposito: scusate, ma che motivazioni può avere oggi questa squadra? Quali obiettivi se non quelli – risibili assai – di fissare una quota – 50? 45? 42? – e provare ad arrivarci? Ha senso tutto questo scervellarsi su una squadra che già due mesi fa ha raggiunto la salvezza e che da allora affronta le partite – per dirla elegantemente – con l’anima in spalla e il cuore leggero? Forse sarebbe più onesto da parte di tutti – dentro Casteldebole – prendere atto che questo campionato è ormai archiviato e che – da oggi in poi – il Bologna dovrà giocare nel e per il futuro. Dal nostro umile punto di osservazione riteniamo che questi due mesi che ci separano dalla fine della stagione siano i più importanti per il club. In questi casi si dice: serve chiarezza. Ebbene: serve davvero chiarezza, senza star lì a menarla per le lunghe. Chiarezza su una domanda fondamentale. Tutto il resto saranno conseguenze. Le conseguenze dell’amore. O le conseguenze del livore. O anche le conseguenze dell’errore. La domanda è banalmente questa: è contento Mr Joey Saputo di come stanno andando le cose a Bologna? La risposta è semplice, come nei test per l’ammissione all’Università. Sì. Oppure no. Non ci sono vie di mezzo, non ci sono sfumature, non ci sono argomentazioni. Se Saputo è contento del percorso fatto dal Bologna allora evviva, avanti sempre, col sole a baciarci la fronte. Se non lo è, allora forse diventa opportuno mettere un punto a questa storia. Punto e a capo, come ci insegnavano le nostre maestre. Punto e a capo. Sì o no. In fondo il calcio è una cosa semplice. Il tentativo di chi lo vuole rendere complicato nasconde spesso la volontà di occultare le piccole grandi verità. Sì. No. Stop. E poi agire di conseguenza.
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