Dopo la bella vittoria del Bologna per 1-3 sul campo della Roma, l’ex calciatrice Katia Serra, intervenuta in esclusiva ai nostri microfoni qualche settimana fa, è stata intervistata da il Resto del Carlino. L’opinionista televisiva è rimasta colpita dalla stagione dei rossoblù tanto da paragonare l’impresa della squadra di Motta a quella dell’Italia campione d’Europa a Euro2020, quando Serra commentò la finale di Wembley contro l’Inghilterra diventando la prima donna nella storia a commentare una finale della Nazionale di calcio maschile. Ecco le sue parole sull’annata del Bologna.
Mi ha colpito l’autorità con cui i rossoblù hanno giocato, la voglia di prendersi rischi senza mai scomporsi. Autostima e cinismo, perché il Bologna è diventato anche spietato, come solo le big sanno essere.
E’ il momento di tenere la tensione alta e pensare solo all’Udinese, che è fresca di cambio panchina e in cerca di una scossa per la salvezza. Ma il Bologna mi sembra lanciato, per me ormai arriva in fondo. E, più che guardarsi le spalle, guarderà avanti e al terzo posto. Thiago e la squadra hanno già espresso il concetto che è ancora lunga: dopo una vittoria così, un bel segnale di maturità.
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Il Bologna sale di livello nelle partite che contano di più. E poi è camaleontico, cambia uomini, ma non spartito, tutti si calano a perfezione nel sistema. A Roma era la prima volta senza Ferguson, il capitano: è arrivata una prova di forza e uno dei migliori è stato El Azzouzi, il suo sostituto, che non giocava da due mesi. Quando Thiago chiama, tutti si sentono pronti. Il Bologna è una squadra che conosce il proprio potenziale, ma non ancora i propri limiti: nel senso non si è ancora capito se e quando finirà la crescita di singoli e squadra.
Me la cavo con una battuta: dietro, anche se manca un uomo, non dici mai aiuto. Ma la cosa incredibile è che hai questi numeri essendo una squadra che gioca attaccando. Segno che la fase difensiva è della squadra intera
Posso dire cosa mi augurerei: ovvero che aprisse un ciclo a Bologna. E posso dire cosa temo: che uno di natura così ambiziosa voglia nell’immediato un salto di qualità, che si sta meritando e conquistando sul campo. Nel caso spero vada all’estero, perché da bolognese vederlo su un’altra panchina in Italia mi farebbe effetto.
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