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Il Bologna sogna e insegue l’Europa con la linea verde

Come sottolineato dall’edizione odierna del Corriere dello Sport, la formazione titolare messa in campo da Thiago Motta contro il Torino è la più giovane del Bologna in una partita di Serie A addirittura dal 2015 (Firorentina – Bologna 2-0 del 23 settembre 2015), quando sulla panchina rossoblù c’era Delio Rossi. L’età media dei rossoblù nel match di lunedì era di 24 anni e 154 giorni.

La linea verde parte dal mercato

Partiamo con l’operazione che, probabilmente, ha fatto storcere il naso a molti tifosi: fuori Arnautovic e il peso dell’attacco completamente a carico di Zirkzee. Tralasciando il lato economico (dove la vendita sarebbe stata una vittoria a prescindere) guardiamo il dato anagrafico. Il Bologna ha ceduto un classe 1989 per fare posto ad un 2001, praticamente una generazione di differenza. La volontà della dirigenza è chiara, ed è certificata anche dagli altri arrivi: ad eccezione di Freuler, classe 1992, tutti gli altri acquisti del Bologna sono nati dal 1998 in poi. 

Zirkzee e Fabbian (ph.Image-Sport)

Fiducia nei giovani

Oltre che comprarli, i giovani vanno anche messi in campo e, da questo lato, Thiago Motta sta lavorando benissimo. L’ultimo esempio è freschissimo: lunedì, in una partita delicatissima come quella contro il Torino, Motta ha lanciato dal primo Fabbian, che lo ha ripagato con un gol da tre punti (che portano il totale dei punti guadagnati a sei, vista la rete pesantissima nel finale con il Cagliari), e ha gettato nella mischia Urbanski, di cui ha sempre ben parlato. Un altro esempio lampante, oltre a Zirkzee (che ormai quasi si “scorda” che sia un 2001) è quello di Calafiori, preferito ancora a Lucumì (un perno del Bologna) che era pienamente ristabilito dopo l’infortunio. Poi ci sono Kristiansen, Ndoye e Corazza, altri giovani su cui Motta ha dimostrato di puntare. E i “vecchi”? Ferguson (’99), Orsolini (’97) e Beukema (’98), che quando sono in forma sono intoccabili, sono tra i giocatori più “anziani” in rosa, nonostante siano, come nel caso di Ferguson, nemmeno 25enni. Il valorizzare il giovani è un’altra delle tanti doti di Motta e per una squadra come il Bologna (ma in generale per molte altre) questa qualità è una manna dal cielo.

LEGGI ANCHE: Bologna, difesa da Champions League: ecco i numeri

 

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