A poche ore dal trionfo torna a parlare Massimo Zanetti: “È andata davvero bene, all’inizio non è che ci credessi tantissimo, vedevo Milano molto forte. Poi abbiamo vinto gara 1, abbiamo giocato sempre molto bene, ma il mattone decisivo è stato gara 3. La delusione per la mancata finale di Eurocup è stata enorme, avevamo puntato tutto su quell’obiettivo. Amen. Lo sport è così, bisogna saper ripartire. Con lo scudetto ci è andata benissimo. Pajola è un ragazzo straordinario, è già una bandiera e lo sarà per sempre di questa Virtus. Questa è una città che sento mia, la mia avventura è cominciata da Bologna e io mi sento di dover restituire qualcosa. Una volta si usava la parola mecenate, che a me piace molto. Quando presi il Bologna calcio lo feci per quel motivo, alla Virtus sono entrato perché mi chiamò Alberto Bucci: mi disse che c’era bisogno di aiuto. A Consorte lo dissi io che mi facevo da parte, Saputo ha investito un sacco di soldi e me ne ha fatti risparmiare tantissimi. I rapporti con le istituzioni sono ottimi, siamo davvero a Basket City, c’è un seguito incredibile, una passione che altrove manca. Sono molto soddisfatto dell'investimento, non solo sportivamente. Siamo tutti i giorni sui giornali, il nome Segafredo è dappertutto. Se non giochi per vincere, allora stai a casa. È normale, o no? Forse i tifosi del Bologna sono talmente abituati a non vincere che considerano ambizioso uno che invece punta semplicemente a quello. Gestire un club da Montreal non è facile, occorrono collaboratori competenti, sapere le cose per sentito dire non è semplice, la gestione è difficile, e poi ripeto, nel calcio ci vogliono tanti tanti soldi, sempre di più. Lui ha preso questa società e la gestisce come meglio crede. Di facile non c’è nulla”.

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