Siamo a marzo, e questo weekend ci sarà l’ultima tranche di partite prima della sosta delle Nazionali.
Dopodiché ci sarà una full immersion per quanto riguarda le squadre di club, che si giocheranno le rispettive stagioni nelle restanti settimane.
Il Bologna ha tra le mani la possibilità di coronare la propria stagione al meglio: il sogno sarebbe vittoria della Coppa Italia e quarto posto.
I tre successi di fila in campionato contro Milan, Cagliari e Verona sono la manifestazione dell’accelerata rossoblù.
Domenica ci sarà la sfida alla Lazio in casa: scontro diretto che, in caso di vittoria, vorrebbe dire sorpasso.
Ha rilasciato un’intervista a Il Resto del Carlino uno dei giocatori più iconici del calcio italiano, Marco Tardelli, celebre per la sua storica esultanza durante il mondiale vinto in Spagna nel 1982.
Venerdì, proprio a Bologna, ci sarà la proiezione del docufilm dedicato a questa impresa, alla quale sarà presente anche il settantenne ex Inter e Juventus.
Per l’occasione, ha parlato anche dei rossoblù, con le parole di seguito riportate:
Italiano ha capacità e la squadra c’è. Chiaro che debba essere l’Europa, ormai, il traguardo di questo club, che solo sulla carta è provinciale.
Evidenti dunque i meriti dati ad allenatore e società per avere costruito una squadra bella ed efficace.
Ad una domanda riguardante la Juventus e il periodo complicatissimo vissuto in queste ultime settimane, Tardelli ha risposto così:
La situazione non è bella, ma credo che Motta abbia la possibilità di prendersi il posto in Champions e quindi di portare avanti il proprio lavoro. Il percorso è appena iniziato, ma certamente c’è un po’ di confusione. I giocatori sono importanti e devono poterlo avvertire sempre, mentre dalle sue scelte sembra quasi che sia il tecnico a ritenersi più importante di loro. Otto capitani schierati sono troppi. Anche la società è stata un po’ assente in questa fase di profondo cambiamento.
Nulla di più chiaro: Thiago Motta ha le sue responsabilità, così come il club tutto.
Particolarmente criticata la scelta di optare per diversi capitani nel corso di una singola stagione, cosa accaduta peraltro anche a Bologna, con risultati senz’altro diversi, però, dal punto di vista psicologico.
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