Francesca Bonifazi: “Sinisa ha un carattere molto forte, è volitivo, ma sa affidarsi e dunque per un medico è un ottimo paziente. Nel libro in cui racconta la sua malattia parla di me dicendo che lo trattavo come tutti gli altri. Era vero. Poi è nato un rapporto anche personale. Non l’ho mai visto triste. Dentro di sé ha sempre sentito che ce l’avrebbe fatta. Organizza tutto alla perfezione, anche le terapie che deve seguire. Quando i giocatori espressero il desiderio di venire a trovarlo, gli organizzammo una sorpresa: loro erano di ritorno da Brescia, nella sua stanza non si poteva aprire la finestra, allora con una scusa lo feci entrare nella sala d’attesa, e così i ragazzi da sotto poterono salutarlo e cantare”.

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