Intervistato dal Corriere dello Sport, l’ex centrocampista del Bologna Roberto Soriano ha parlato della grande stagione dei rossoblù. Ecco le parole dell’ex capitano del Bologna sulla qualificazione in Champions League dei felsinei.
Ho sempre seguito i ragazzi quest’anno, e sono stati un vero spettacolo: più di così non potevano proprio fare, hanno ottenuto il massimo. Che dire? Complimenti a tutti, ma proprio tutti. Sapevo che questa squadra aveva delle grandi qualità, avendone fatto parte. Ma quest’anno, bè…mi hanno lasciato davvero a bocca aperta. Sono stati la sorpresa di questa stagione.
Non voglio entrare nella sfera privata di una persona, che di certo ha scelto il meglio per sé. Bisogna essere molto onesti su questo tema: Thiago ha colto un’occasione che non ti si presenta tutti i giorni, lo capisco da questo punto di vista. Poi certo, sarebbe stato bellissimo, fare la Champions con lo stesso gruppo. Ma credo che il Bologna si sia tutelato alla grande, perché Vincenzo Italiano è un ottimo allenatore: mi è sempre piaciuto come fa giocare le sue squadre.
E’ un allenatore moderno in tutto e per tutto, gli piace il gioco offensivo, qui può far bene. E pazienza per le finali perse: già arrivarci, è un’impresa incredibile. Era il profilo migliore per il dopo-Motta.
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Joshua è un vero fenomeno, nell’unico anno che abbiamo fatto insieme aveva già mostrato qualità fuori dal comune, ma non giocando con continuità non poteva esprimerle del tutto: il suo exploit non mi ha sorpreso per nulla. Parola di chi lo vedeva tutti i giorni in allenamento.
Nella mia esperienza in Spagna feci i preliminari di Champions: uscimmo contro il Monaco, dove c’era un giovane emergente di nome Mbappè. Facemmo comunque l’Europa League, che in termini di quantità, cioè da partite minime da disputare, è praticamente identica alla competizione maggiore. Fu un anno tostissimo, lo ricordo bene. Posso solo dire che per affrontare l’Europa ci vogliono letteralmente due squadre, con due titolari per ruolo. So che è molto difficile da realizzare nel concreto, ma dovrebbe essere così. Figurarsi poi per la Champions.
È stata dura non giocare, ma del resto non c’era alternativa: i problemi fisici continuavano, alla fi ne mi sono dovuto operare al ginocchio. Ho recuperato poco alla volta, adesso sono pronto per ricominciare.
Sì, anche durante quest’anno: solo che sapendo dei miei problemi fisici, non potevo prendere accordi che non sarei riuscito a mantenere. È stato meglio così, ho potuto recuperare con maggiore calma. E adesso non vedo l’ora di tornare in campo.
Ma no, è di questi ragazzi che hanno fatto un’annata straordinaria. Poi certo, già nel mio ultimo anno a Bologna si erano poste le basi per il grande salto, ma non voglio prendermi i meriti di altri. Posso solo dire che qui, lo ribadisco, ho passato momenti indimenticabili, come quei primi sei mesi dove la retrocessione sembrava inevitabile, mentre alla fi ne arrivammo decimi. È stato un onore giocare per questi colori. Tiferò anche da lontano. Un posto per Bologna, nel mio cuore, ci sarà per sempre.
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