L’ex tecnico di Padova e Cittadella e anche ex difensore dei felsinei che è stato con Italiano in Veneto, ai nostri microfoni di Bologna Sport News spende parole d’elogio sui rossoblu e sul suo allenatore
Ha indossato la maglia del Bologna nei primi mesi all’inizio del terzo millennio, ha avuto il privilegio di condividere con Vincenzo Italiano, qualche anno della sua vita calcistica. Alessandro Dal Canto, insieme al tecnico degli emiliani, ha vissuto momenti di gioia e delusione durante il biennio trascorso insieme con il Padova in Serie B.
L’ex tecnico del Cittadella a dirigere le operazioni dalla panchina biancoscudata, Italiano invece nel cuore del centrocampo, al culmine di un biennio in cui è mancata la classica ciliegina sulla torta. Un sogno che Alessandro e Vincenzo hanno cullato di pari passo, quello di riportare in Serie A una società e una città che ultimamente c’era stata di passaggio, solamente per due stagioni, a metà degli anni 90.
Un quinto posto conquistato a conclusione della stagione regolare, con annessa finale playoff persa contro il Novara. Un settimo ottenuto l’annata successiva, con la possibilità di ridisputare gli spareggi per il salto nella massima serie, svanita solamente per pochissimi punti. Tutto qua? Macchè. Perchè il binomio Dal Canto-Italiano ha deciso di continuare a camminare di pari passo.
L’esperienza di Venezia in Lega Pro, durata solamente pochissimi mesi nel 2014, ha probabilmente fatto capire a Vincenzo, come forse il suo dopo da ex calciatore, poteva essere quello di condottiero della panchina. Un’avventura da vice nel cuore della laguna, insieme a Dal Canto, che ha probabilmente contribuito a cementare il suo percorso da allenatore, partito dal basso e che gradualmente sta iniziando ad assumere i contorni della gloria.
La speranza di Dal Canto è quella di non lasciare, anzi di provare a raddoppiare il numero dei trofei vinti da tecnico e perchè no prendere l’annata in corso come quella che gli può permettere di fare il grande salto in una big del calcio italiano o internazionale.
La Coppa Italia conquistata a maggio scorso d’accordo, ma come si suol dire, il futuro è già domani. All’orizzonte per il Bologna, c’è infatti una Supercoppa Italiana che è stata messa nel mirino dai calciatori, da tutta la società, dallo stesso Italiano, che insieme vogliono continuare a sognare, spinti dall’entusiasmo di una città che sta ritornando ad essere grande nel campionato di Serie A.
Dal Canto sul Bologna di Vincenzo Italiano

Dal Canto, un Bologna che sembra aver iniziato bene ma non benissimo: è d’accordo?
“Si, però siamo ancora all’inizio della stagione, quindi mi sembra molto prematuro dare dei giudizi reali e veritieri. Ci sta che dopo la vittoria della Coppa Italia, le aspettative di tutta la città continuano ancora ad essere altissime. Però ha le carte in regola per continuare a fare bene anche in quest’annata”.
Una squadra che al Dall’Ara ha dimostrato la miglior versione di sè stessa, che in trasferta ha ancora faticato a trovare la giusta quadratura del cerchio. Cosa ne pensa…
“Non è detto che alla base ci sia una spiegazione, ma penso che questo sia del tutto normale, nel contesto di una stagione iniziata da poco”.
Con un giusto equilibrio tra casa e fuori, è un Bologna che può giocarsela per un posto in Champions League? Oppure rimane la qualificazione in Europa o Conference il traguardo massimo?
“Beh, se dovesse centrare il massimo traguardo europeo per la seconda volta negli ultimi tre anni, sarebbe un qualcosa di straordinario per una piazza che da parecchio tempo non era ormai abituata a stare a certi livelli. Ripetere lo stesso percorso della scorsa stagione che ha portato alla qualificazione in Europa League con la vittoria della Coppa Italia, renderebbe l’annata comunque positiva. Qualsiasi tipo di obiettivo verrà raggiunto a fine stagione, per una città come Bologna, resterebbe comunque un qualcosa di magico”.
Immobile e Bernadeschi: li vede titolari, oppure come due cambi importanti che Italiano può sfruttare nei secondi tempi?
“Non amo mai dare giudizi dall’esterno. Posso tranquillamente affermare come Italiano si ritrovi a disposizione due calciatori importanti nel reparto offensivo. Con caratteristiche diverse, ma nelle condizioni di determinare il destino di una partita. Berna è un esterno dalle grandi qualità tecniche che con una giocata risolutiva può spostare gli equilibri in qualunque momento. Ciro è un centravanti dalla grandissima esperienza, che durante la sua carriera è andato quasi sempre in doppia cifra. Di sicuro, possono ritornare utili in una stagione in cui il Bologna sarà impegnato in più competizioni.”.
Citavamo Italiano: quanto è rimasto sorpreso della sua crescita di allenatore?
“Sarà sincero, non tanto. Faccio i complimenti a Vincenzo perchè ha meritato d’ottenere tutto questo. E uno dei pochi allenatori che ha saputo costruirsi questo tipo di percorso partendo dal basso, vincendo sia in C come in B fino a riportare la Fiorentina a giocarsi per due anni la vittoria di una coppa europea con le due finali di Conference League perse consecutivamente e perdendo anche una finale di Coppa Italia contro l’Inter. Ha iniziato come tutti, con tante incognite, ma è riuscito a farcela e ritengo che la Coppa Italia vinta a maggio possa essere la continuazione di un’altra serie di trionfi che possono maturare in futuro”.
A posteriori: ha fatto bene a rimanere a Bologna ancora per una stagione?
“Assolutamente si, perchè ritengo che Bologna sia ormai una vera e propria piazza d’élite ambita da tutti. Credo proprio che abbia fatto una scelta intelligente nel mese di giugno. Ormai non ci sono più dubbi, ritengo Vincenzo uno dei migliori allenatori italiani emergenti che in futuro può anche aspirare ad una panchina importante”.
Tra lui e Thiago Motta, di chi sono i meriti maggiori sul momento straordinario che sta vivendo la società rossoblu?
“Non è una questione chi di tra i due sia stato il più bravo. Thiago è stato colui che ha dato inizio a questo progetto tecnico centrando una storica qualificazione in Champions League. Vincenzo ha invece proseguito il lavoro del suo predecessore vincendo un trofeo che alla città di Bologna mancava da tantissimo tempo”.
A proposito: dopo la Coppa Italia è un Bologna che può ambire alla vittoria della Supercoppa Italiana?
“Essendo stato con me glielo auguro con tutto il cuore. Non sarà sicuramente facile, ma nelle partite secche può succedere di tutto, prendendo in considerazione il fatto che alla base ci sono sempre diversi fattori a determinare il destino di una competizione”.
I ricordi di Dal Canto con la maglia del Bologna

Un’esperienza per lei nel 2000, anche seppur breve, in maglia rossoblù…
“Si è vero, sono stati sei mesi bellissimi. Ho avuto la fortuna di giocare in una piazza molto passionale e di vivere in una città stupenda sotto le Due Torri in centro centro e ricordo con grande affetto quella che è stata la mia avventura in maglia rossoblu. Giocare con calciatori dal livello tecnico elevato come Pagliuca e Signori che sono stati vice campioni del mondo con la Nazionale italiana, insieme ad un centravanti importante come Kenneth Andersson, è stato veramente un privilegio che porterò per sempre nella mia memoria. Non solo, perchè in quel Bologna c’era anche Christian Zaccardo che poi è entrato nel giro della Nazionale di Lippi diventandone anche campione del mondo. Un campionato positivo quello che disputammo in cui riuscimmo ad ottenere una tranquilla salvezza”.
Un Bologna che in quel periodo, da provinciale, conquistò anche un pareggio prestigioso a San Siro contro l’Inter
“Giocare in stadi del genere già a priori genera quella giusta adrenalina ben prima di scendere in campo. A distanza di venticinqueanni ricordo ancora quella partita che io disputai, in cui pareggiamo per 1-1 grazie alla rete di Paramatti proprio sul finire della partita dopo che eravamo andati sotto nel risultato con il gol realizzato da Recoba che con me ha condiviso sei mesi belllissimi con il Venezia in A. Ottenere questi tipi di risultati contro squadre di livello perlopiù sul proprio campo, ti lasciano sempre quel ricordo particolare diverso ad altri”.
In generale il Dall’Ara durante un’intera stagione, quanto è nelle condizioni di determinare il destino della squadra grazie al pubblico meraviglioso che si ritrova?
“Continuo a ribadire come Bologna sia una piazza meravigliosa. Il tifo bolognese è sempre stato molto esigente, pretende il massimo dai suoi calciatori e vuole che l’allenatore di turno rispetti le aspettative d’inizio stagione. Per chiudere, auguro il meglio a Vincenzo, a tutta la società ai calciatori e alla città, con la speranza che l’annata appena iniziata possa essere piena di soddisfazioni, sulla stessa falsariga di quelle precedenti.”