Heggem si racconta: “Il Bologna mi ha voluto tanto. Nel calcio serve essere pazzi”

A un passo dal Mondiale con la Norvegia e al top della forma nel Bologna, Torbjørn Heggem si è raccontato a una tv nazionale a spasso sotto i portici della città

Il Mondiale americano che si avvicina, Bologna che sta diventando casa e l’Europa League come un sogno che si avvera: Torbjørn Heggem sta pian piano raggiungendo i suoi obiettivi e coronando i sogni che aveva da bambino. Per l’occasione è stato intervistato dal canale norvegese Tv2 e Il Resto del Carlino ha ripreso le sue parole.

A spasso per le vie di Bologna accompagnato dalla fidanzata Karianne, Heggem ha raccontato della sua infanzia norvegese e del viaggio calcistico che lo ha portato fino alle Due Torri.

“È pazzesco vedere come sia cambiato il mondo di Torbjørn nell’ultimo anno” ha detto la ragazza

Bologna, Heggem senza filtri: “Volevo solo giocare a calcio. Per arrivare al top devi essere pazzo”

Questa mattina ha ripreso gli allenamenti con i compagni a Casteldebole dopo il test amichevole con la Norvegia in cui ha riposato in panchina (1-1 contro la Nuova Zelanda). Il prossimo appuntamento Nazionale è il faccia a faccia con l’Italia, ma a meno di un suicidio sportivo, i nordici andranno direttamente al Mondiale.

Ma nella sua intervista Heggem ha deciso di partire dall’inizio: quando era solo un piccolo bambino norvegese e non il vichingo che sta facendo innamorare Bologna.

Da piccolo ho praticato tanti sport. Ma tra lo sci di fondo, il salto in lungo e il lancio del giavellotto portavo sempre con me un pallone da calcio

Poi mamma e papà gli hanno regalato un campetto in erba sintetica nel garage, perché a Trondheim giocare all’aperto è un privilegio consentito non in tutti i mesi dell’anno.

“Tutti gli esercizi col pallone lui li faceva con entrambi i piedi” testimonia il padre

I miei genitori mi hanno facilitato nel mio percorso ma mi hanno sempre posto una condizione: noi ti aiutiamo nella tua passione ma tu devi dare sempre il cento per cento

E lui lo ha sempre dato, fin da bambino:

Mi ispiro a Ander Ericsson, lo psicologo svedese che sosteneva che per riuscire in qualche cosa bisogna dedicarvi almeno diecimila ore

Se nel calcio vuoi arrivare al top devi essere un po’ pazzo

Torbjørn Heggem a contrasto con Adrien Raboit
Heggem si racconta: “Il Bologna mi ha voluto tanto. Nel calcio serve essere pazzi”. BolognaSportNews (AP Photo/Luca Bruno Via LaPresse)

La carriera di Torbjørn: dalla Norvegia a Bologna

Heggem è uno stacanovista: ormai non ricorda quanto tempo ha passato sul campo, ma sicuramente le diecimila ore di Ericsson le ha superate:

Al Rosenborg il mio allenatore era scioccato per quanto lavoravo prima e dopo l’allenamento con i compagni

Poi il passaggio al West Bromwich Albion e la prima chiamata con la Norvegia, di cui oggi è titolare fisso. Il lavoro ha pagato: è arrivata la Serie A, il Bologna.

Sono passato dalle certezze inglesi all’incertezza di un campionato nuovo e importante come la serie A. Ho valutato a lungo questo cambiamento ma quando ho visto che un club come il Bologna, che non butta via i soldi, era disposto a investire cosi tanto su di me mi sono deciso

Tra poco si trasferirà in un attico in città: a 26 anni Heggem è pronto a prendersi tutto e vuole partire dal Mondiale con la Norvegia.

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