Parla l’ex centrocampista rossoblù, tra il 1984 e l’87, in vista della semifinale di Supercoppa Italiana, tra la formazione di Vincenzo Italiano e l’Inter.
Un’esperienza con la maglia del Bologna, durata tre stagioni. Settanta le presenze, quattordici le reti realizzate da Domenico Marocchino, nel triennio vissuto in maglia rossoblù. Tre campionati disputati in Serie B, con un sesto posto conquistato con la gestione di Carlo Mazzone (stagione 1985/86), con il salto in A sfumato solamente per quattro punti.
Un confronto totalmente impari tra il Bologna di cui Marocchino ne ha fatto parte e quello attuale, che dopo aver vinto la Coppa Italia nel mese di maggio, si è messo nella testa di provare a realizzare un altro sogno, ovvero di conquistare anche la Supercoppa Italiana, che renderebbe felice una città intera e permetterebbe di chiudere un 2025 magico. Non sarà facile battere il Napoli in finale, dopo aver sconfitto l’Inter ai rigori in semifinale, ma la logica impone alla formazione di Italiano di provarci, come apertamente confermato dallo stesso Marocchino.
Marocchino, dopo la Coppa Italia, è un Bologna ha le carte in regola per vincere anche la Supercoppa Italiana?
“Non sarà facile, ma parliamo di partite secche, in cui può veramente succedere di tutto Quindi si, può farcela”.
Un parere su Italiano e la società
Che giudizio dà su Italiano?
“L’ho considero un emergente, che fa parte di quel gruppo di discepoli di Gasperini, che sta dimostrando di essere un allenatore molto valido e preparato. Se proprio devo dare un voto al suo operato, direi che l’8,5 rappresenta la giusta valutazione numerica per quel che è riuscito a ottenere a Bologna. Ha riportato la società rossoblù a vincere un trofeo, se ne sta giocando un altro, in campionato è in linea con gli obiettivi d’inizio stagione ed è ancora in corsa per centrare l’approdo agli ottavi di finale in Europa League. Direi che si sta dimostrando d’essere all’altezza della situazione“.
Quanti meriti assegna alla società, su questo bellissimo momento?
“Tanti, ad iniziare da Sartori che è stato bravissimo a scovare talenti e a portarli a Bologna, ricevendo in cambio dei risultati importanti in campo. Spenderei anche degli elogi nei confronti di Di Vaio, che ha dimostrato di poter veramente starci in una società dal blasone calcistico importante. Il resto lo hanno fatto oltre a Italiano, anche Thiago Motta e i calciatori”.
Può ripetere lo stesso percorso dell’Atalanta?
“Si, anche se a mio avviso non credo che le due squadre siano adesso alla stessa altezza. Vedendola dall’esterno, ho la sensazione che la squadra di Italiano deve dimostrare d’essere più fredda in certe situazioni. E deve ancora probabilmente acquisire una certa maturità in alcuni momenti della stagione, cosa che ha fatto vedere l’Atalanta durante la gestione di Gasperini”.
Immobile e Bernardeschi i plus del Bologna

Una città e una tifoseria che finalmente ha iniziato a godersi uno dei colpi di mercato dell’ultima estate: Bernardeschi.
“Federico è sicuramente un calciatore importante, dalla grandissima esperienza, che può garantire quel giusto saltò di qualità alla formazione di Italiano. Ha faticato ad inserirsi nel Bologna, ma ultimamente sta finalmente ritrovando quelle giocate che l’hanno reso protagonista sia nella Juventus, come nella Fiorentina e nella Nazionale Italiana. Può rappresentare un vero valore aggiunto per il Bologna”.
Prossima missione: Immobile.
“Altro grande calciatore che come Berna, è ormai abituato a giocare in club importanti, che può permettere ad Italiano d’avere a disposizione un asso della manica in più per il resto della stagione. Un centravanti in grado di garantire un buon numero di reti, se riuscirà a trovare la giusta condizione fisica. Un altro che può tranquillamente entrare nel cuore dei tifosi bolognesi, se riuscirà ad incidere in maniera determinante sul destino della squadra”.
Marocchino e il Bologna: un rapporto calcistico che è durato per tre stagioni in Serie B.
“Sarà paradossale, ma uno dei ricordi più belli che ho della mia esperienza con la società rossoblù, è quello d’aver giocato con la presenza di un pubblico straordinario, allegro e passionale. La nascita di mio figlio, coincisa proprio in quel periodo, è stata la soddisfazione più importante che è andata al di là di aver perso una promozione dalla Serie B a A, solamente per quattro punti”.





