Durante l’ultima puntata di Maracanà, Paolo Ghisoni, il direttore de La Giovane Italia, è intervenuto per parlare di alcuni temi riguardanti la Serie A e, in particolare, il calcio giovanile italiano. Alla domanda sul miglior giovane in stagione, Ghisoni, ha voluto limitare il discorso ai calciatori italiani. Dopo una parentesi sul classe 2003 dell’Atalanta Giorgio Scalvini, il direttore ha parlato di Calafiori.
Calafiori però ha fatto una cosa fuori dal normale, a mio parere. L’altro giorno ero a Dortmund a parlare con Dario Scuderi, classe ’98: ha subito 21 operazioni, prima di smettere di giocare. Calafiori è stato purtroppo protagonista di un infortunio devastante, probabilmente non aveva neanche la garanzia di ritornare a giocare. Eppure, è tornato con qualcosa di più dentro, proprio dal punto di vista della forza interiore; gioca in un modo che nel campionato italiano a livello di difensori non ritrovo quasi in nessuno: magari mi capita di fare dei paragoni, ma solo con calciatori stranieri
Gioca a testa alta e ovunque lo metti fa bene. Centrale o terzino, non fa differenza: offre sempre ottime prestazioni. È un giocatore che va in campo per incidere e non per difendere, una cosa abbastanza strana: è come se non avesse più nulla da perdere
Arrivato in estate dal Basilea per circa 4 milioni di euro, Calafiori ha raccolto 27 presenze in campionato, con 3 assist e 4 cartellini gialli a referto. In totale, le presenze diventano 30, se consideriamo anche la Coppa Italia. Il classe 2002, nell’arco della stagione, è stato impiegato da Motta sia da terzino sinistro, il suo ruolo naturale, che da centrale, dove ha saputo imporsi stupendo tutti.
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