La prima partita l'ha persa alla vigilia Sinisa Mihajlovic, quando ha detto che la Juve è una diretta concorrente per il posto finale in classifica. Facce ride, dai. Fare un'affermazione di questo tipo significa aver perso di vista la realtà. O forse Mihajlovic voleva solo scuotere una squadra che da un paio di settimane a questa parte si è seduta, ma non ha funzionato. La seconda partita l'ha persa il Bologna in campo, rimanendo dentro la nebbia mentre la Juve - con due lampi - monetizzava. La terza partita la sta perdendo la società, che assiste alla terza sconfitta consecutiva e incassa la delusione, come se non ci fosse altra soluzione, come se non esistesse un altro modo per raddrizzare il ramo storto. Sarebbe triste, tra un paio di mesi, riavvolgere il film di queste giornate e fissare nel giorno della sconfitta contro la Fiorentina l'origine del deragliamento di una squadra che si era issata molto in alto, forse pure troppo. Ma l'aveva fatto con merito. Ora il meccanismo si è inceppato, ma non è solo quello. E’ come se il Bologna avesse perso la voglia, come se la squadra non avesse saputo prendersi la responsabilità di provarci nel momento in cui era doveroso farlo, come se la dirigenza si fosse fatta scivolare addosso la pressione dei giorni che potevano segnare una svolta alla stagione, un po’ per abitudine e un po’ per l'incapacità di assumere uno spessore diverso. Il Bologna si salverà. Ha un livello di qualità nettamente superiore ad almeno 7-8 squadre di questa Serie A che procede zoppicando, quindi non correrà rischi di finire inguaiata nelle zone limacciose della classifica. Non è questione di modulo, probabilmente non lo è nemmeno di uomini. Forse una piccola verità c'è: il Bologna va sempre più piano. Ma il discorso in verità è un altro: contro Fiorentina, Torino e Juventus - sì, anche questa Juve così rabberciata e poco in linea con la propria storia - dal Bologna ci si sarebbe aspettato qualcosa (molto) in più. Sotto il profilo dell'agonismo, dell'ambizione, del coraggio. Alla 15ª giornata - dopo la vittoria per 1-0 contro la Roma - il Bologna aveva 24 punti in classifica e occupava il 6° posto, affiancato da Fiorentina e Juventus. Oggi - dopo tre sconfitte consecutive - il Bologna è scivolato al 13° posto, a quota 24 punti, appaiato al Sassuolo. Le squadre di fascia media - in queste tre giornate - hanno avuto questo incremento di punti: Fiorentina, Juventus, Empoli e Torino 7, Lazio e Roma 6, Sassuolo 5, Udinese e Sampdoria 4, Verona 3. Il Bologna zero. Insomma: si sono mosse tutte, avanzando in maniera decisa o comunque - come si diceva un tempo - muovendo la classifica. Il Bologna invece è rimasto al palo. E così alla fine della fiera la sensazione generale è quella di un club che - dopo una fiammata illusoria - è tornato nel suo cantuccio, dove è stato per tanto tempo in questi anni e dove in fondo si trova bene, senza responsabilità e senza mai vedere che tempo fa fuori dalla finestra. Il timore è quello di rivedere ancora lo stesso film delle passate stagioni.

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