Quanto l’ha convinta la vittoria del Bologna contro la Sampdoria?
“Più che altro è stato rilevante il pareggio contro il Milan, giocato alla pari contro i primi in classifica e dando poi inizio a un periodo positivo. La conseguenza di questo momento è stata la vittoria contro la Sampdoria”.
Bigon ha descritto Arnautovic come un uomo che farà la storia del Bologna. Lei è dello stesso parere?
“Lui è un bravissimo attaccante che conosce i suoi difetti. Credo che se riuscisse a limarli e a dedicarsi ancor di più alla squadra, sicuramente ne trarrà tanto beneficio, potrà scrivere la storia e fare numeri importanti”.
Dopo la ricaduta della malattia di Sinisa sembra di vedere la squadra di prima, forte e combattente.
“Probabilmente è una coincidenza e una caratteristica della squadra di Sinisa e in un periodo sono venute meno le cose positive. Il gruppo lotta e deve sempre cercare di ottenere i punti stringendo i denti. Questa è una peculiarità del Bologna di prima e di adesso”.
Juventus-Bologna: che partita si aspetta?
“Sarà un match più importante per la Juventus, che non può più permettersi passi falsi e a cui servono punti per rimanere fra le prime quattro. Quest’anno la squadra non è più straripante come negli ultimi anni e quindi il Bologna può dare filo da torcere ai bianconeri”.
Allora come mai il Bologna non riesce a battere la Juventus a differenza di squadre più piccole dei rossoblù, che invece negli ultimi anni ci sono riuscite?
“Il Bologna è una squadra ostica e può comunque essere significativo che la Juventus tenga a questa partita, che non si voglia far sorprendere”.
E come mai dovrebbe tenerci così tanto alle sfide contro il Bologna?
“Probabilmente perché nutre un certo rispetto e non vuole prendere sottogamba la squadra come magari potrebbe fare contro il Chievo, il Sassuolo o qualsiasi altra società. L’affronta come se fosse una partita importante”.
Nel calcio di oggi sono sempre meno i terzini che sanno fare solo la fase difensiva. Le piace questa evoluzione del ruolo?
“Nel gioco a zona i terzini possono essere determinanti per creare la superiorità numerica in attacco e in difesa. Avere un giocatore che sa fare bene entrambe le fasi, credo possa essere un’arma importante per potersi trovare con un uomo in più in ogni situazione”.
A 27 anni senza squadra, poi la chiamata nel calcio che conta, fino al tricolore in bianconero. Ripensa mai a questa escalation?
“Si. La mia è stata una progressione che è passata da un momento in cui non rientravo nei piani della Spal. Sono stato richiamato, ho finito il campionato a Ferrara e poi è arrivato il Bologna. C’è stata una crescita dai dilettanti che poi mi ha portato a vincere uno scudetto. Sicuramente è stata più apprezzata da me, perché mi ha aiutato a raggiungere traguardi importanti”.
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