Partita dopo partita, la posta in palio si alza, e il tempo a disposizione per sperare in qualcosa di grande, diminuisce.
Il Bologna è lì, nel gruppone di squadre che si contende l’accesso alla Champions League, a meno tre giornate dalla fine del campionato.
Il pareggio casalingo contro la Juventus mantiene gli equilibri del momento e non stravolge la classifica, ma fa sorridere squadre come Roma e Lazio, vittoriose domenica e confermatesi serie rivali per il quarto posto.
Per i rossoblù ora ecco Milan (due volte: venerdì in Serie A, mercoledì prossimo in finale di Coppa Italia), Fiorentina e Genoa: calendario tosto, ma c’è grande fiducia.
Nella settimana tra Juventus e Milan, si respira aria di ambizione in quel di Bologna, mista anche a una certa tensione per quello che spetterà ai rossoblù.
Nella giornata di ieri, a margine dell’evento sul tema de “La neutralità nello sport”, organizzato dalla Fondazione Forense Bolognese in collaborazione con l’Associazione Italiana Avvocati dello Sport, ha presenziato anche Giovanni Sartori.
L’incontro si è tenuto nel pomeriggio a Palazzo Bevilacqua: tanti i volti noti presenti.
Tra questi vi erano l’arbitro/avvocato Gianluca Aureliano, l’ex calciatore Giancarlo Marocchi e l’europarlamentare di Fdl Stefano Cavedagna.
Non solo, avvistati anche Roberta Li Calzi, Nicola Rizzoli, Paolo Casarin, Paolo Dondarini, Paco d’Onofrio e Gabriele Bordoni.
Il direttore tecnico rossoblù ha raccontato la sua esperienza come “costruttore di squadre”, mestiere da lui praticato oramai da più di trent’anni.
Il “Cobra” hai poi rilasciato alcune dichiarazioni riguardo al momento rossoblù.
Di seguito le sue parole, riportate da Il Resto del Carlino, a proposito del suo Bologna, protagonista di un accesissimo finale di stagione.
È stata una notte agitata, sì (dopo Bologna-Juventus, ndr). Guardando la classifica e tutte quelle squadre racchiuse in un punto non dico che siamo preoccupati: vediamo la luce in fondo al tunnel, ma in fondo a quel tunnel ci dobbiamo arrivare.
Poi continua, come scrive il Corriere dello Sport, riguardo alla sua professione:
Il nostro compito è quello di regalare emozioni, sogni ed è la cosa più bella che possiamo fare, come stiamo vedendo qui a Bologna. Ma, come dico sempre, le nostre gioie da dirigenti durano 1 o 2 ore dopo un bel risultato, mentre le nostre sofferenze durano in eterno.
Infine, sul ruolo del direttore:
Per noi dirigenti il difficile è trovare, oltre al giocatore, l’uomo. Il giocatore lo vedono tutti, l’uomo si fa più fatica a conoscerlo, a volte si va per conoscenza personale, ma non sempre è possibile, soprattutto con gli stranieri.
Parole di fiducia, quelle del dirigente classe ’57, protagonista assoluto della favola emiliana.
Le prossime quattro partite saranno le più importanti: una città intera ci crede.
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