Don Vacchetti, che guidò il pellegrinaggio a San Luca per Sinisa Mihajlovic il 6 ottobre 2019, ha rilasciato un’intervista a Il Resto del Carlino per ricordare quei momenti di unione tra Bologna, Lazio e tifosi e per soffermarsi sull’attuale stagione rossoblu.
“Portare mille persone in pellegrinaggio a San Luca unendo due tifoserie rivali nella preghiera per la salute di un allenatore non solo fu speciale, ma resta un evento senza precedenti. Fu gesto di fede e un atto d’amore nei confronti di un uomo che dietro la corazza da ruvido celava un carattere dolcissimo”.
Sei anni dopo, Bologna-Lazio vale un posto in Champions: “Da tifoso ne sono felice. Ma io ripenso a quel 6 ottobre 2019: anzi al giorno prima”, prosegue: “E’ il 5 ottobre e io sono a Roma, nella basilica di San Pietro, nel giorno in cui Matteo Zuppi viene creato cardinale. Sul cellulare mi arriva un messaggio di un capo della tifoseria laziale: ‘Ti aspetto alle undici e un quarto in via degli Scipioni’. Esco da San Pietro, raggiungo il luogo dell’appuntamento, una persona mi viene incontro davanti al negozio che vende gadget della Lazio. E mi dice: ‘Noi domani al pellegrinaggio non saremo presenti, ma stimiamo quello che stai facendo. Ti consegniamo una maglia, tu falla avere a Sinisa: lui sa da dove viene il regalo’”.
“Tante persone, tanto affetto e io che recito il rosario mentre saliamo lungo il portico di San Luca. Quando arriviamo nel piazzale faccio un breve discorso. Il Bologna tre giorni prima aveva compiuto centodieci anni e rivolgendomi ai tifosi della Lazio scherzosamente dico: ‘Se oggi il regalo non ce lo fate voi ce lo farà la Madonna’”.
E infatti, così fu: “Sì, sul 2-2 Correa al novantesimo ha calciato un rigore sulla traversa…”.
“Il quinto posto quasi certamente non basterà e non so se riusciremo ad arrivare quarti. Ma il campionato che stiamo facendo è straordinario e se il premio finale fosse l’Europa League, dopo gli anni di magra che abbiamo vissuto in passato, bisognerebbe solo baciarsi i gomiti”.
Italiano sta facendo molto bene, mentre Motta… “Non è cristiano godere delle disgrazie altrui. Anche perché per fortuna abbiamo di che godere con questo Bologna. Se Italiano sta ottenendo gli stessi risultati di Thiago mi viene da dire che è il livello dei calciatori a fare la differenza. Questo gruppo ha una sua solidità di fondo che rende intercambiabili i suoi interpreti”.
E sui giocatori migliori e peggiori dice: “Sono rimasto sorpreso da Castro e mi aspettavo di più da Dallinga”.
Ecco come è nata:“Avevo sei anni è la mia prima partita allo stadio è stata Bologna-Verona 1-0, decisa da un gol di Paris”.
Don Vacchetti ha fatto anche l’arbitro: “Arrivando fino all’Eccellenza, insieme con Nicola Rizzoli. In sezione l’allora presidente Mauro Felicani mi diceva: ‘Hai un posto in A che ti aspetta’. Ma è stata più forte la chiamata di Dio e ho mollato il fischietto quando sono entrato in seminario”.
Racconta: “Luglio 2021, lo invito alla rassegna ‘Liberi’ a Villa Pallavicini per parlare della sua autobiografia. Mi risponde: ‘Scegli tu la data, io ci sarò’. Fu di parola: un uomo di una dolcezza unica”.
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