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🎙 La lunga intervista di Polonara: “La morte fa paura. Sento Pozzecco ogni giorno”

La lunga intervista di Achille Polonara riportata da La Gazzetta dello Sport: il 33enne ha parlato della leucemia, del sostegno dei compagni di Virtus Bologna e Italbasket, del ritorno in campo e tanto altro.

Sui sentimenti nel momento della diagnosi:

Sconforto. Dopo due anni a lottare per sconfiggere un tumore mi è cascato il mondo addosso nello scoprire di avere una patologia ancora più grave. Ho incominciato a pensare: “perché proprio a me?”, “cosa ho fatto di male?”. In confronto a questa malattia, quello che ho avuto prima non è paragonabile. Quando ho sentito la parola leucemia l’ho accostata alla morte. Fa paura.

Sulla scelta di curarsi in Spagna:

Perché in Italia nessuno propone questo tipo di cura. Ho finito un ciclo di chemio mercoledì scorso e ne inizierò un secondo tra qualche giorno. In questi giorni di “pausa” prendo delle pastiglie che dovrebbero in futuro abbassare il rischio di recidiva. Pratica che nel nostro Paese non c’è. I primi giorni non sono stato benissimo: ho avuto nausea e mal di pancia e mi hanno alimentato tramite flebo.

Sulla permanenza in Spagna e il sostegno della famiglia:

Il secondo ciclo sarà più leggero ma poi ci sarà il trapianto di midollo da fare. Quindi si dovrà valutare come reagirò. Viviamo alla giornata e aspettiamo di capire se a fine luglio riuscirò a uscire dall’ospedale per qualche giorno. Quindi non so dire quando potrò tornare in Italia. Sono fortunato però perché la mia famiglia è qui con me. Abbiamo affittato una casa qui a Valencia. Mia moglie cerca di stare il più possibile con me in ospedale e quando lascia i bambini a casa ci pensa mia suocera. Una persona straordinaria che ha lasciato il suo lavoro per aiutarci. Avere tutti qui vicini è una bella sensazione, una spinta a lottare.

Sul rapporto fraterno coi compagni dell’Italbasket:

Mi dispiace molto non far parte del gruppo ma naturalmente quest’estate sarò il primo tifoso della Nazionale. Io ho un’altra partita da vincere ma certo, se dovessero andare bene le cose all’Italia mi darebbe ancora più forza per la mia battaglia. Non mi fanno mancare la loro vicinanza. Ne sento 2-3 ogni giorno. Ad esempio giovedì mi sono fatto una bella chiacchierata al telefono con Gallinari, poi ho sentito Tonut. Ovviamente ho parlato con Spissu, per me è come un fratello. Tutti i giorni mi scrive Pozzecco che non mi ha mai fatto mancare il suo sostegno. Ho percepito la vicinanza della grande famiglia azzurra. Mi auguro si tolga di dosso lo scoglio dei quarti di finale. Speriamo che il bronzo delle ragazze spinga anche gli azzurri ad arrivare tra le prime quattro.

Sull’impossibilità di vedere spesso i figli e le spiegazioni della sua assenza:

Da quando sono in ospedale li ho visti una volta sola. Non è facile. Ho iniziato ad avere la febbre a maggio durante la serie dei quarti playoff con Venezia. Quindi a Vitoria e Achille junior abbiamo detto che ho un virus. Certo, con il piccolo basta, mentre la grande comincia a fare domande, vuole sapere.

Sulla scoperta della malattia:

La febbre non andava via, ero debole, stanco, ma ho pensato fosse dovuto al momento stressante della stagione. Dalla vigilia di gara-3 contro Milano tutto è cambiato. Quel giorno ho effettuato gli esami e la Tac di controllo post tumore. Una prassi che ripeto con cadenza semestrale. E tutto era nella norma. Però alla sera in hotel la febbre non scende, è 38.1. Allora decido di chiamare il dottore della squadra che mi raggiunge in camera. In quel momento ammette che un valore degli esami era un po’ basso. Decidiamo di tornare a Bologna per accertamenti, così la mattina dopo riparto e mi ricoverano. Inizialmente sembrava fosse mononucleosi poi invece è arrivata la diagnosi che ora tutti sapete: leucemia mieloide.

Sul sostegno dei compagni della Virtus:

La squadra mi ha fatto visita prima di partire per gara-3 della finale, poi nel riscaldamento avevano tutti la maglia con il mio nome e numero. Nel dopo partita la video chiamata dagli spogliatoi. E poi il giorno dopo Belinelli, Pajola e Shengelia sono venuti a portarmi la Coppa in ospedale, a Bologna. E Toko mi ha consegnato il trofeo del miglior giocatore: “è tuo, sei tu l’mvp”. Sono stati giorni molto toccanti.

Giocatori Virtus dopo Virtus-Trapani (ph. virtus.it)

Sul suo ritorno in campo:

In questo momento non ci penso perché sono concentrato su quello che sto facendo qui, in Spagna. Non penso al campo, al pallone, agli allenamenti. Il mio obiettivo è tornare a una vita normale, poi se ci sarà il basket tanto meglio. Al momento non è una priorità. Dal 30 giugno si è concluso il mio contratto con la Virtus e ora devo pensare ad altro.

Sul mercato estivo…:

Da sempre il basket mercato mi incuriosisce. A maggior ragione ora che ho tempo per farlo. Leggo, guardo i siti, mi informo.

…della Virtus Bologna…:

Sta nascendo una squadra molto competitiva. Ci sono giovani interessanti ma anche giocatori d’esperienza. E poi un gruppo allenato da Dusko (Ivanovic, ndr) dà sempre qualcosa in più. Potrebbero togliersi belle soddisfazioni. La prima firma è stato Vildoza, giocatore che il coach conosce bene perché era con lui e con me a Vitoria quando abbiamo vinto il campionato spagnolo. Oltre a Niang, un prospetto Nba interessante. Certo, all’inizio per lui non sarà facile.

…e dell’Olimpia:

Ha la fortuna di avere un budget importante. Ogni anno riesce a rinforzarsi con giocatori forti. Brown ha esperienza, Guduric anche e poi è reduce dall’Eurolega appena vinta. Sotto canestro è arrivato Booker, con cui ho giocato al Fenerbahce. Sta nascendo una grandissima Milano.

LEGGI ANCHE: Campagna abbonamenti 2025/26, rinnovo Virtus Bologna-Avvera: i benefici per i tifosi

Gioele Balloi

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Gioele Balloi

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