Non ci può essere, attualmente, partita più stimolante di affrontare la Juventus in un momento complicato come questo. “Complicato" a livello di risultati, non per altro. Le due recenti sconfitte contro Fiorentina e soprattutto Torino, hanno alzato qualche mugugno di troppo. Ma la classifica rimane buonissima e il percorso intrapreso fino a qui ancora di più. Ci può stare la partita storta, la partita in cui sei in difficoltà anche a causa di come giocano dli avversari. La sfida con la Juventus ha proprio l'obiettivo di ritrovare quella motivazione, quella cattiveria che si è un po' persa nelle ultime settimane e che è venuta fuori negli ultimi 15 minuti del match col Torino. 

La Juventus, d'altronde, è una squadra in fase di assestamento e transizione. Non è sicuramente la corazzata a cui siamo stati abituati negli ultimi anni. Sono evidenti i segnali di un calo, direi fisiologico, delle prestazioni e della qualità dei propri interpreti. Con l'avvento di Massimiliano Allegri a inizio stagione i bianconeri hanno palesemente messo in cantina l'idea del bel gioco, lontanamente accarezzata nel periodo di Sarri e Pirlo, per puntare di nuovo sul pragmatismo del tecnico livornese. Allegri, infatti, non è un amante del bel gioco, ma della concretezza. Un pensiero che abbraccia completamente la storica politica bianconera che ritiene la “vittoria l'unica cosa che conta". Ecco perchè la Juventus è tornata a difendersi molto bassa, con compattezza, provando a dare piena libertà offensiva ai propri interpreti di maggiore qualità, tra cui Dybala, Chiesa e Kulusevski

I risultati, però, non possono essere ritenuti soddisfacenti. Infatti i bianconeri si trovano al momento al sesto posto in campionato, a pari punti con la Roma (28), a ben 8 lunghezze dall'ultimo piazzamento valido per la qualificazione alla Champions League. La forbice che invece stabilisce il divario tra Juventus e primo posto occupato dall'Inter è di ben 12 punti. 

SISTEMA DI GIOCO

Allegri in questa stagione ha provato veramente un po' tutti i sistemi di gioco. L'assenza di continuità di risulati, però, ha secondo me minato, di settimana in settimana, l'idea che per i bianconeri ci sia un unico modulo di riferimento. Si è passati dal 1-4-4-2, al 1-4-3-3 fino al 1-4-2-3-1 provato nelle ultime settimane prima col Genoa e poi col Venezia. Un sistema di gioco che sembrava dare qualche certezza in più ad Allegri, fino al deludente pareggio proprio coi lagunari. All Dall'Ara mancheranno due pedine fondamentali come Dybala e Chiesa, fermati da infortuni muscolari. 

A preoccupare il tecnico livornese è sicuramente un reparto d'attacco particolarmente sterile. Sono solo 23 i gol messi a segno in 17 partite. Una media di poco più di un gol a partita. Troppo poco per pensare di raggiungere obiettivi importanti. Anche la difesa mostra delle crepe che nelle passate stagioni sotto la guida di Allegri era uno dei punti di forza dei bianconeri. 17 reti subite in 17 giornate stanno a significare almeno 1 gol a partita subito. Basti pensare che l'ultima Juventus targata Max Allegri (stagione 2017/18), chiuse il campionato con 24 gol subiti in tutta la stagione. Numeri e cifre che rendono chiaro un quadro della situazione completamente differente rispetto ai successi degli scorsi campionati. 

FASE DI POSSESSO PALLA

La Juventus generalmente costruisce sempre dal basso, sfruttando la partecipazione dei 4 difensori insieme ai 2 playmaker di centrocampo (di solito Locatelli e Rabiot). Viene quindi fuori un 4+2 che permette sia di costruire centralmente sia di dare sfogo laterale. Si cerca sempre la manovra ragionata, muovendo palla da destra a sinistra alternando passaggi in orizzontale a filtranti in verticale. Quando non si riesce a liberare uno tra Locatelli e Rabiot, ci pensa Bonucci a dettare i tempi e le geometrie. Il difensore bianconero è infatti uno dei migliori nel suo ruolo a impostare il gioco dalle retrovie, grazie ad una spiccata visione di gioco, a qualità tecniche elevate, ma anche a capacità di scegliere la giocata più efficace. 

IMMAGINE 1 - La costruzione bianconera: 4+2

Come vediamo nell'immagine 2 la Juventus si appoggia proprio su Bonucci che, da ultimo uomo, sceglie cosa fare. Il difensore centrale della Nazionale è in grado di verticalizzare sia tra le linee con palloni bassi, sia lanciare direttamente sui piedi di Morata o dell'altro attaccante, di solito Dybala. Se gli avversari si difendono compatti senza lasciare spazi di giocata Bonucci partecipa al giro palla difensivo cercando comunque uno sfogo intelligente sulle corsie esterne. I suoi tempi di gioco in regia sono fondamentali per la costruzione che vuole Allegri.

IMMAGINE 2 - L'importanza di Bonucci nella costruzione juventina. Quasi tutti i palloni passano dai suoi piedi.

Le armi a disposizione della Juventus sono comunque diverse. Si fa spesso leva sulle accelerazioni e le corse lunghe di Chiesa e Bernardeschi sulle fasce, l'imprevedibilità di Dybala e Cuadrado in mezzo al campo e la velocità in campo aperto del centravanti spagnolo Alvaro Morata. 

Quando ricevono i centrocampisti si cerca la giocata in base ai movimenti senza palla degli avversari. Come vediamo nell'immagine 3 uno degli sviluppi di gioco più sfruttati in questa prima fase di campionato è Dybala che parte soprattutto sulla corsia di destra abbassandosi per legare il gioco tra i reparti. Cuadrado dalla corsia esterna va a giocare centralmente. Locatelli deve alternare gioco lungo a gioco corto, cercando spesso il cambio di gioco sul lato cieco, per permettere all'esterno di andare a puntare nell'1 contro 1 il diretto avversario. Successivamente i bianconeri si alzano per andare a riempire l'area di rigore. E' soprattutto Mckennie utilissimo in questo: l'americano è infatti molto abile nel gioco aereo e nel rendersi pericoloso negli inserimenti senza palla.

IMMAGINE 3 - Lo sviluppo del gioco offensivo della Juventus. Con Dybala che si stacca fuori, Cuadrado che va a giocare anche in mezzo al campo.

E' di fondamentale importanza il ruolo che sta assumendo Cuadrado in questa Juventus. Non più da puro esterno di centrocampo, ma da vero e proprio regista che finisce a giocare in mezzo al campo. D'altronde uno con le qualità tecniche nello stretto e nell'1 contro 1 può rendersi particolarmente utile in ogni zona del rettangolo verde. 

Senza le accelerazioni dell'infortunato Chiesa, la Juventus cercherà di alzare maggiormente il baricentro del proprio gioco, portando più uomini possibile in rifinitura con l'obiettivo di effettuare rotazioni per confondere la difesa avversaria, affidandosi all'imprevedibilità di Cuadrado, Kulusevski e Morata le azioni offensive. Sono molto importanti per lo sviluppo del gioco d'attacco juventino anche i movimenti in appoggio di Alvaro Morata. Lo spagnolo alterna spesso queste movenze ad attaccare la profondità e incontro ai compagni. Come vediamo nell'immagine 4 Morata si stacca dalla marcatura della difesa del Venezia per proporsi in appoggio ai centrocampisti. Il pallone non gli arriva, ma questo movimento lo effettua con grandissima continuità. Lo scopo è farsi seguire dalla retroguardia avversaria, scoprire spazi alle spalle di quest'ultimi, e poi andare a riattaccare con velocità e cattiveria. La contromossa intelligente, dal mio punto di vista, è lasciare che l'attaccante bianconero si stacchi, scalando le marcature coi centrocampisti e lasciando la propria difesa in posizione. Come effettua sempre nell'immagine 4 la difesa del Venezia.

IMMAGINE 4 - Il movimento che effettua molto spesso Morata in appoggio ai compagni. Lo spagnolo si stacca per aprire uno spazio alle spalle dei difensori .

 

FASE DI NON POSSESSO PALLA

La fase di non possesso è da sempre uno dei punti di forza dei bianconeri, soprattutto nelle passate gestioni di Allegri, quando la Juventus chiudeva il campionato sempre con la miglior difesa. D'altronde il credo dell'allenatore bianconero è “la miglior difesa vince lo Scudetto". Quello che sta mancando nelle più recenti stagioni è sicuramente uno spirito di squadra non sempre all'altezza e qualche disattenzione individuale di troppo. 

Uno dei punti di forza della Juventus è il pressing, l'aggressività e l'intensità senza palla. Come vediamo nell'immagine 5 i bianconeri portano, su un passaggio difficoltoso della retroguardia del Venezia, una forte pressione, con ben 5 uomini in zona palla pronti a chiudere tutti i sostegni per recuperare palla velocemente.

IMMAGINE 5 - Il marchio di fabbrica della Juventus è l'aggressività e l'intensità senza palla.

L'obiettivo della Juventus è quella di chiudere tutti i possibili rifornimenti al portatore di palla, obbligandolo poi a lanciare lungo. Situazione che accresce l'imprecisione e a sua volta la possibilità di recupero palla bianconero. Come vediamo in modo evidente nell'immagine 6 la formazione di Allegri si schiera con due linee di pressione molto alte: 3 uomini più altri 3 dietro a supportare per chiudere le linee. E' soprattutto Morata che si sacrifica molto in questa maniera, portando subito una pressione sul portatore di palla per orientare il gioco avversario.

IMMAGINE 6 - La pressione alta della Juventus su due linee: 3 giocatori + 3 che supportano per chiudere le linee di pressione.

La fase difensiva della Juve punta a bloccare tutti i rifornimenti centrali, mantenendo le linee di difesa e centrocampo molto strette, creando densità e superiorità numerica in zona palla. Si lascia dunque maggior sfogo sulle corsie esterne. Quando gioca Bernardeschi, i bianconeri si trovano maggiormente coperti sulle fasce. L'ex Fiorentina è infatti più incline a lavorare nelle due fasi rispetto a quando gioca Chiesa. Dunque si viene a creare uno schieramento laterale col terzino, il centrocampista l'esterno offensivo e il difensore centrale lato palla (immagine 7).

IMMAGINE 7 - La difesa laterale della Juventus. Fondamentale il raddoppio del centrocampista e dell'esterno offensivo lato palla.

La difficoltà che sta riscontrando la Juventus in questa stagione è soprattutto la concentrazione in area difensiva. E' una squadra che soffre e rischia quando cala il ritmo di gioco. Come è spesso accaduto in questo campionato la Juventus ha subito gol soprattutto nei secondi tempi. I bianconeri faticano a tenere alta l'asticella della concentrazione, dell'attenzione e dell'intensità. Quando queste cose cominciano appunto a calare, Bonucci e compagni diventano suscettibili a qualsiasi tipo di rischio. Basti vedere il secondo tempo di Venezia-Juventus. I bianconeri sono completamente usciti dalla partita sia fisicamente che mentalmente, andando a subire sia il gol del pareggio, ma soprattutto non riuscendo ad avere la forza di segnare un altro gol per portare a casa la partita. Motivo per cui nella partita di domani bisognerà sfruttare questi punti deboli del bianconeri, consci che la Juventus, come detto inizialmente, non è più la corazzata di qualche stagione fa.

PUNTI DI FORZA: pressing alto e organizzato per far sbagliare tecnicamente gli avversari; buone coperture preventive; costruzione iniziale alternata Bonucci-Locatelli; aggressività.

PUNTI DEBOLI: poca qualità in mezzo al campo; la mancanza di un finalizzatore in fase offensiva che concretizzi la mole di gioco creata; lettura sbagliata delle fasi della partita; cali di condizione, concentrazione e attenzione all'interno della partita.

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