🗣️ Bologna, De Silvestri: "Sogno di portare mia figlia in campo. Ritiro? Ho qualche idea"
Il terzino rossoblù si è raccontato in una lunga intervista: il bilancio della stagione, l’impronta di Italiano e il legame con la città

Al termine di una stagione che ha lasciato il segno, Lorenzo De Silvestri si è raccontato ai microfoni di Nettuno Bologna Uno, regalando uno sguardo sincero sul percorso del Bologna, il valore della Coppa Italia e le prospettive personali. Con il consueto tono equilibrato e appassionato, il veterano rossoblù ha toccato tutti i temi più significativi dell’annata: il gruppo, la crescita, il contributo di Italiano, il legame con la città e gli obiettivi futuri.
Un trofeo che ha lasciato il segno
In apertura, De Silvestri ha voluto condividere il clima che si respira quotidianamente a Casteldebole, con una Coppa Italia che non è solo un oggetto esposto ma un simbolo di orgoglio.
Ci stiamo allenando con il sorriso, come spesso è accaduto in questa stagione, ma con un trofeo in più. La Coppa Italia qui a Casteldebole, la vediamo tutti i giorni. C’è la consapevolezza di aver vinto qualcosa di così importante ed è bello girare la città e sentirsi dire ‘grazie’ da tutti

Crescita e coesione, il segreto di un gruppo forte
Parlando del percorso della squadra, il difensore ha sottolineato le difficoltà iniziali e la progressione vissuta nel corso dell’anno.
Ci siamo consacrati, ci sono state alcune difficoltà di adattamento al cambiamento. Dopo la squadra è andata avanti e migliorata. È stata una stagione in crescendo che conferma il percorso che stiamo portando avanti
Identità, spirito e "We Are One"
Il concetto di appartenenza, dentro e fuori dal campo, è stato centrale nel racconto del numero 29.
Adesso il Bologna si sta stabilendo nelle posizioni alte. Non bisogna scordarsi chi siamo, bisogna sempre creare il gruppo, stare concentrati, ma se facciamo tutto come si deve possiamo spaventare tutti. Siamo un gruppo di persone, uomini, che sta bene fuori e dentro il campo. Qui a Casteldebole non ci siamo solo noi, ci sono tante persone con le quali abbiamo legato, questo è il vero concetto We Are One
Sul mister
Non è mancato un commento sul lavoro di Vincenzo Italiano e sull’evoluzione tattica della squadra.
È appassionato, sempre concentrato e reattivo, ma anche pronto a fare la battuta. Ci ha fatto alzare il baricentro mantenendo il possesso palla. Gli attaccanti hanno segnato molto di più. Al grande progetto dello scorso anno ha dato la sua impronta

Obiettivi futuri e famiglia
Spazio anche al futuro, con un mix di ambizioni sportive e motivazioni personali che raccontano l’uomo oltre l’atleta.
Sto bene e sono contento di venire al campo, essere d’esempio e alzare il livello. Fino a che starò bene vorrò continuare, spero che la società sia d’accordo. Obiettivi? Vari. Arrivare a 500 presenze in Serie A, giocare con la coccarda della Coppa Italia, ma anche portare mia figlia che nascerà a luglio in campo da giocatore. Mi godo il presente, qualche idea sul futuro post calcio ce l’ho

L’anima della città: musica, stadio e tifosi
Infine, un passaggio toccante sul rapporto con la città di Bologna e l’integrazione del gruppo.
È incredibile a volte sentire cantare le canzoni di Dalla o Cremonini da Miranda, Aebischer, Ferguson. Significa che si sono integrati alla grande. È bellissimo. Poi il prepartita nel tunnel, la caccia al biglietto per le partite. Siamo orgogliosi di aver portato tanta gente allo stadio, coi tifosi c’è un rapporto bellissimo. So che staranno con noi anche nei momenti difficili
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