Il trequartista del Bologna Jens Odgaard ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport, dove racconta il suo nuovo ruolo in campo e il sogno della Nazionale danese.
“L’avverto, avverto questa magia specialmente allo stadio, ma anche in città. C’è un legame speciale. Personalmente i tifosi mi danno tanta energia, se non ne ricevi giocando con lo stadio pieno non so chi tu sia”.
“Perché sceglierle? Mi piacerebbe farle entrambi se ci fosse la possibilità. Non sarà facile, ma sono obiettivi fondamentali della nostra stagione. Alzare la coppa è un obiettivo, fare bene in campionato un altro obiettivo. Dobbiamo andare per entrambi”.
“Se la vincessi con la Danimarca? Vedreste una mia statua nel Paese”.
“Ho parlato con il Ct, questa volta non era il mio turno per andare, ma sto ancora combattendo per avere la mia possibilità e si spera, un giorno, avrò l’onore di far parte della nazionale”.
“Penso che sia la prima volta che gioco a questo alto livello in Serie A, che è più difficile, con rispetto, del campionato olandese. Dunque si, rapportata al valore del campionato, credo di poter dire che questa è la mia miglior stagione”.
“Avevo fame di dimostrare. Il calcio non è così semplice, serve fortuna e l’occasione che io ho trovato in Olanda. Poi bisogna sempre credere in sé stessi”.
“E’ stato naturale perché non era la mia prima volta in quella posizione. L’avevo già fatto al Waafwijk, in Olanda. In teoria giocavamo a 2 punte, ma in pratica io stavo un po’ più indietro. Ovviamente ci sono state cose che ho dovuto imparare per essere una parte del centrocampo, ma mi è venuto abbastanza spontaneo. Se a inizio stagione mi avessero chiesto che ruolo facessi avrei detto attaccante, esterno, ora dico trequartista, o centrocampista offensivo”.
In questo, non ha avuto troppe difficoltà: “Non proprio, solo piccole cose come aprire il corpo nel modo giusto, girarsi con il pallone, cose del calcio, piccoli dettagli che possono fare la differenza. Comunque ci sono tanti aspetti che voglio migliorare. Voglio fare più assist e più gol che posso”.
“Quando arriva un nuovo allenatore vuole portare la propria filosofia. Italiano è stato subito molto chiaro con noi su quello che voleva e su quello che si aspettava da noi. Lentamente, siamo migliorati come squadra in base a come voleva giocare il mister che ha iniziato a conoscerci meglio. Penso ci sia stato uno sviluppo costante del nostro rapporto, suo con noi e nostro con lui. Credo che si veda, adesso giochiamo davvero bene insieme, sembriamo una vera squadra”.
“Dovreste averlo visto a bordocampo durante le partite, ecco: è un allenatore con grande passione, con tanta energia e non lo è solo durante le gare. Lui è al 100% anche in ogni allenamento, pure se è un lunedì mattina, così riesce a trasmettere energia al gruppo e noi cerchiamo di restituirgliela”.
“Siamo un gruppo molto forte e unito. Sono andati via giocatori importanti in estate, ma ne sono arrivati altri che si sono inseriti. Qui siamo tanti ottimi giocatori, ma nessuno fa la differenza da solo e sappiamo che ognuno è al massimo per il bene collettivo; è il gruppo che ci rende forti”.
“Se ci sarà il bisogno lì, sì. Queste possono essere partite molto difficili, sappiamo che hanno fatto bene contro grandi squadre e possono fare lo stesso con noi. Giocare queste partite è difficile”.
“Spalletti è sempre stato simpatico con me, anche quando mi sono infortunato, ma l’ho conosciuto solo in allenamento, perché giocavo con la primavera. Da quando sono arrivato qui a Bologna abbiamo fatto bene le volte che abbiamo affrontato l’Inter, speriamo di continuare così anche la prossima”.
“Può fare grande differenza prendere punti o no. Ma da qui alla fine sono tutte importanti”.
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