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Editoriale – Virtus imbattuta, Fortitudo sulla buona strada

La Virtus prosegue la sua marcia da imbattuta superando anche una Trieste volenterosa, gagliarda ma non con il talento sufficiente per poter avere ragione della Segafredo. Di questa Segafredo soprattutto, capace di giocare di squadra e di trovare protagonisti diversi in ogni fase della partita. Se Belinelli è una macchina dall’arco, canestri pesanti li mettono Alibegovic e soprattutto Alexander che segna due triple in uno dei momenti di maggior difficoltà bianconera. La difesa ha dei passaggi a vuoto, complice l’inserimento di Mannion e Cordinier – comunque molto buoni i loro esordi – che giocoforza non consente di avere dei meccanismi già precisi ed oliati. Insomma tutto bene fin qui per i Campioni in carica, che chiudono la prima fase della stagione da imbattuti. Adesso inizia la seconda fase, quella con le partite di Eurocup in mezzo alla settimana e dunque con l’alternanza coppa-campionato che si protrarrà almeno fino a marzo. Meno allenamenti, più viaggi, più partite è il menù che attende la Segafredo, alle prese sì con acciacchi di varia natura ma con un roster profondo e pienamente coinvolto in tutti i suoi elementi da poter affrontare le assenze senza paure.

Ruotando in otto e con un’avversaria che ha chiuso con il 64% da 3, la Fortitudo se l’è giocata a Brindisi finché ha potuto. Uscire sconfitti dal PalaPentassuglia non è un problema, specie se l’applicazione della squadra è stata improntata al sacrificio. Benzing e Ashley hanno offerto prove che autorizzano a ben sperare per il futuro e l’impatto di Durham è stato bene o male quello che ci si aspettava da un giocatore arrivato per portare leadership e carisma. I liberi tirati male e una ferocia difensiva non continua sui 40 minuti sono i difetti principali su cui lavorare in vista dell’altamente proibitivo match di sabato contro Milano ma soprattutto per gli incontri successivi. Il tutto in attesa di capire come la società e Martino vogliono risolvere l’enigma Groselle: una volta tornato a disposizione, tenerlo e pagare la luxury tax per il 6+6 o tagliarlo per risparmiare un ingaggio ma lasciare scoperto il reparto lunghi? Non è una decisione semplice, perché devono incrociarsi esigenze tecniche ed economiche ma da qui – qualunque scelta venga presa – passa buona parte della stagione della Kigili.

 

Dario Ronzulli

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