Jon Gudmundsson, ex cestista della Fortitudo Kigili Bologna, è stato intervistato dal “Corriere di Bologna”. Ecco le sue parole: “Strano ma bello tornare a Bologna e soprattutto al PalaDozza. Mi piaceva tanto Bologna. Ho amato la Fortitudo e avrei voluto che le cose andassero diversamente. Non ho rimpianti. Ci ho provato a fare cose diverse rispetto al mio solito, in un momento difficile, ma il cambio allenatore ha stravolto tutto. Repesa? Ha avuto ragione a dire che fossi un combattente, ma sul fatto di non essere un playmaker si sbagliava. Ci ho giocato per una vita ed è stata la ragione per la quale sono stato preso. Repesa non l'ho mai più sentito, in spogliatoio disse ”Ci vediamo domani" e poi dopo scopriamo le dimissioni. Restai di sasso, come tutti. Cosa non ha funzionato? Un po' lo spostamento dal mio ruolo, la squadra che cambiava di continuo, problemi mai visti prima, sarà che sono solo al mio secondo anno da pro. Continuavano tutti a dirmi che dovevo migliorare il tiro ed era vero, lo sapevo anche io. Mi reputo un buon tiratore, ma vedevo i difensori passarmi sotto il blocco e la fiducia svaniva. Dopo la vittoria a Napoli sono andato via. Credevo che si fosse trovato un equilibrio, ma vedevo ancora problemi. Io continuo a sperare nella loro salvezza. Lo meritano soprattutto i tifosi. Sono il miglior pubblico che abbia mai avuto. Da loro ho ricevuto tanti messaggi quando sono andato via. Mi tengo stretto i ricordi della partita con Pesaro e con Triste, difendendo su Banks. Un domani spero di poter incrociare la Fortitudo, magari dopo aver dimostrato di essere un altro giocatore".

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