In una lunga intervista al Corriere di Bologna, il centrocampista del Bologna Lewis Ferguson, si è raccontato, spaziando dalla sua situazione di “predestinato”, al suo impatto nel nostro campionato con la casacca rossoblù fino alle sue prospettive future. Ferguson, autore di 4 gol e 2 assist in 19 presenze in campionato, è uno degli uomini cardine della squadra allenata da Thiago Motta. In questa stagione, complici gli addii di Schouten e Dominguez, il classe 1999 si è imposto in mezzo al campo, arrivando addirittura a diventare il capitano della formazione rossoblù.
Mi aspettavo di dimostrare quel che so fare, non di essere così bravo e farmi notare così tanto. Credevo però d avere le qualità e la mentalità per la Serie A. L’ultimo anno e mezzo è stato molto buono, sono diventato un giocatore migliore. Quando mi sono trasferito, pensavo che questa squadra e questo campionato fossero i migliori per esplodere. Mi aveva impressionato lo sviluppo di Aaron Hickey, visto in Nazionale. Sapevo che il Bologna trasforma calciatori giovani in Top Player. Sia lui che Sartori e Di Vaio mi convinsero. La dirigenza mi disse che mi avrebbe fatto diventare un bel giocatore. Per chi si mette in mostra nel nostro campionato la strada tracciata è l’Inghilterra o qualche Paese europeo. In Serie A sapevo che avrei potuto migliorarmi a livello tattico, umano, personale.
Sono nato con il calcio in testa. Sono cresciuto tifano Rangers e vedevo solo loro. A 14 anni mi dissero che non ero bravo abbastanza e fui costretto ad andarmene. Dopo questo rifiuto la mia mentalità cambiò. Capii di voler diventare professionista in altri Club. Ho sempre sognato palcoscenici come questi. Abbiamo una ottima squadra e un ottimo allenatore. Sarà un onore andare in Germania con questa maglia. Voglio esserci ogni due anni, ai Mondiali od Europei. Il nostro obiettivo è passare il turno: non dobbiamo accontentarci di partecipare.
Mi piace tutto di voi. Bologna è una città molto vivibile e affascinante. Da giovane amavo Frank Lampard. Era il mio modello.
Sto molto tempo con i miei compagni nel tempo libero, abbiamo un grande affiatamento tra giovani ed esperti. de Silvestri è la colla del gruppo. Quando entro in modalità Football sono professionista e professionale. Fuori più rilassato.
Credo che il termine “tuttocampista” mi si addice alla perfezione. Mi piace attaccare, segnare, ma anche difendere e dare una mano alla squadra. Seguire strade diverse. La mia posizione preferita è la mezzala, il numero 8 è capace di fare box to box. Della Serie A mi hanno impressionato Inter, Juventus e Milan. Ma siamo in grado di batterli. Stiamo continuando a giocare bene anche se i risultati vengono. Quella con l’Udinese è stata l’unica partita che abbiamo meritato di perdere. In Coppa Italia non meritavamo di uscire. Contro il Cagliari eravamo in controllo. Ma quando non puoi vincere non devi perdere: è lo scatto che dobbiamo fare. Partite così non dobbiamo più lasciarle per strada. Arrivare in Europa? Si è possibile. Abbiamo la qualità e buona mentalità. Dobbiamo fare meglio nelle prossime partite. Con il Bologna voglio l’Europa: possiamo giocarcela contro tutti. Sarebbe bellissimo fare la Champions con il Bologna. Non penso troppo avanti, mi godo il momento, anche se vorrei giocare in Premier League un giorno.
Thiago è un perfezionista. Ogni giorno mantiene lo standard alto e vuole migliorare tutti, vedere il vento percento. Per me è stato una manna. Da quando è arrivato mi ha sempre dato fiducia e creduto in me. Mi fa sempre giocare, è importante avere un allenatore che ti fa sentire importante. Ho un contratto fino al 2027 e amo lavorare con Motta, vuole fare crescere tutti i suoi giocatori. Voglio giocare e segnare più possibile. Siamo un unico team, dal presidente al magazziniere e questo Bologna può andare molto lontano.
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