Emanuele Giaccherini, ex giocatore del Bologna, ha parlato in un'intervista al Corriere di Bologna. Di seguito le sue parole.

Sul Bologna: “Il Bologna mi è piaciuto tantissimo specie per l'atteggiamento in campo: non era facile, perché il Sassuolo veniva dal pari contro la Roma che gli aveva dato fiducia, ma il Bologna gli ha opposto l'atteggiamento che chiede Thiago Motta. Ci ho giocato insieme, conosco il temperamento e la mentalità che vuole: a quel punto è emersa la qualità dei singoli”.

Sulla partita contro il Sassuolo: “Thiago Motta l'ha preparata molto bene e con quella scelta ha tolto punti di riferimento al Sassuolo. Soriano, era uscito un po' dai radar, ha fatto una grande gara e con lui tutti i centrocampisti: il Bologna creava ampiezza con i terzini e in mezzo al campo è riuscito a sviluppare la parte con l'interscambio continuo tra Soriano, Aebischer e Dominguez”.

Sui gol del Bologna: “Tutti molto belli. Il Bologna ha rischiato pochissimo, solo nel primo tempo su due palle perse. Se analizziamo la sfida, la partita l'hanno fatta i rossoblù: il Sassuolo non riusciva mai ad alzarsi con Frattesi, Arnautovic teneva due difensori impegnati e alle sue spalle si formavano buchi per i giocatori tra le linee. Il Bologna ha giocato con la testa”.

Sulla sosta: “La considerazione che chi arriva con il vento in poppa sia un po' svantaggiato dalla sosta lascia il tempo che trova: i risultati positivi danno serenità per lavorare bene in questi due mesi. Poi quando c'è entusiasmo vuoi sempre giocare, ma c'è tempo per rimettere a posto altre cose”.

Sull'impatto di Thiago Motta: “È stato bravo a trovare l'equilibrio giusto. I risultati non sono venuti nelle prime partite, ma già allo Spezia lo scorso anno aveva dimostrato il suo valore salvando una squadra senza poter fare mercato. È un allenatore in rampa di lancio, che ha un grande futuro davanti: ha idee, personalità e si è visto anche con Arnautovic sabato”.

L'esultanza di Arnautovic: “Motta non guarda in faccia a nessuno, da Arnautovic al ragazzino. Ha spiegato che nel primo tempo non gli era piaciuto, lui ha questa personalità per parlare chiaro con tutti senza guardare la carta d'identità o la personalità del giocatore: guarda al bene del singolo per farlo diventare bene della squadra”.

Sull'importanza del gruppo: “Fare sentire tutti i giocatori partecipi del progetto è fondamentale, così come metterli in condizione di rendere quando vengono chiamati in causa. Il tecnico deve entrare nella mente dei giocatori: se anche gioca meno partecipa al 100% è un gran segnale”.

Sulle ambizioni del Bologna: “Credo debba ambire alla parte sinistra della classifica: l'Europa è lontana e ci sono squadre più attrezzate, può arrivare nelle prime dieci”.

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