Il Bologna, in questa stagione, ha dovuto inevitabilmente affrontare il grande impatto mediatico che ha avuto la sua qualificazione alla UEFA Champions League.
La squadra e la società stanno imparando a convivere con le pressioni e le critiche, spesso scottanti, del panorama giornalistico e non solo.
A parlare quest’oggi è stato Renato Villa, ex giocatore che con la casacca rossoblù ha scritto pagine di storia importanti per il club.
Di seguito sono riportate le sue parole rilasciate a Il Resto del Carlino, riguardo alla propria carriera, ma anche alla rosa attuale e ai risultati a cui può ambire.
Mi sembra che lentamente questo Bologna stia trovando una sua identità e non è mai facile l’anno dopo una grande impresa. Ecco, per essere più competitivi servirebbero un paio di giocatori di caratura superiore che in organico non ci sono.
È bellissimo, perché oltre alla storia della città porti con te tanti tifosi. Noi in quel 1990-91 in Coppa Uefa fummo eliminati ai quarti dallo Sporting Lisbona in coda a una stagione travagliata che ci portò a retrocedere in B. Ma se penso alla gara di ritorno con gli austriaci dell’Admira Wacker, a dicembre, quando al Dall’Ara ribaltammo lo 0-3 dell’andata e passammo il turno ai rigori, beh mi emoziono ancora oggi.
E anche questo è bellissimo. Ancora oggi tanti mi fermano per strada e mi dicono ‘Ciao Mitico’. Magari qualcuno di loro non sa nemmeno che mi chiamo Renato: per loro sono il Mitico e basta. Potenza del calcio.
La mia seconda casa: anzi la prima. Perché qui mi sono trasferito con la famiglia quando giocavo e qui ho scelto di vivere. Da calciatore credo di aver dato qualcosa ai bolognesi, ma i bolognesi a me hanno restituito tanto.
Per un calciatore è un sogno che s’avvera. Un bambino che gioca a calcio sogna tre cose: giocare in nazionale, vincere lo scudetto e fare le coppe. A maggio uno di quei tre sogni per i calciatori del Bologna è diventato realtà e mi auguro che martedì col Monaco si possa fare quel colpo da tre punti che certo non potevi fare in casa di un Liverpool o di un Aston Villa. Però prima pensiamo al Lecce.
A Cornaleto non c’erano tanti sogni da coltivare. Mai avrei immaginato allora di arrivare in serie A, men che meno di diventare Mitico per una città importante come Bologna. Ma il calcio spesso riserva sorprese.
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