In questo campionato che sfugge ad ogni regola e ad ogni logica, condizionato dal Covid 19 e ostaggio della lotta di potere tra arbitri e Var che ora si parlano e ora si fingono indifferenti, in questa sacra rappresentazione di scena in stadi vuoti e silenziati di passione come una religione di cui si sono persi i fondamenti; abbiamo una sola certezza: ogni partita va misurata/valutata per quello che è in quel preciso momento. Ogni gara è un'apparizione, non la prosecuzione di un discorso. E’ come se il percorso di molte squadre – Bologna compreso – somigliasse a quei disegni negli albi per bambini: unisci i puntini. Il problema è che poi li unisci – i puntini – ma non ci ricavi nulla. La vittoria del Bologna sul Cagliari, maturata nei modi che sappiamo, ci dà conferma di come il destino di ogni partita sia attraversato – oggi più che mai – da refoli di un vento beffardo, che si prende gioco di tutti. Con il Cagliari è andata così: la sberla dello svantaggio dopo un quarto d'ora, il pareggio acciuffato ad un sospiro dall’intervallo, l’ennesima dimostrazione della propria fragilità difensiva e infine la rimonta, di muscoli e di cuore. Non sorprenda che il mattatore sia stato un attaccante di cui si erano perse le tracce, quel Musa Barrow che – dopo un po’ di smart working a casa – è tornato in ufficio a fare il suo dovere. Barrow certifica una vecchia regola del calcio: se hai chi fa gol, metà dei tuoi problemi sono risolti. Respiro di sollievo, classifica più solida, solite pecche difensive (sai la novità ) ma anche una squadra che al Dall’Ara viaggia alla media di oltre 3 gol a partita. 4 al Parma, 3 a Sassuolo e Cagliari: 10 gol complessivi in casa, a fronte dell'unica rete segnata in trasferta, tra l'altro a tempo quasi scaduto e ininfluente per il risultato. Pensierino finale: la considerazione di Mihajlovic sul Var che sarebbe usato un po’ così (eufemismo per non insistere sul cagnolino e sul suo organo di piacere) è seppur greve quanto mai legittima e opportuna. Proviamo a semplificare: gli arbitri hanno uno strumento (il Var) per sbagliare di meno o correggere gli errori, ma non (sempre) lo usano. Come avere un cavatappi a portata di mano e insistere a voler aprire una birra con i denti. Se non sei un fenomeno da circo, finisce che ti spacchi un incisivo e fai la figura del cretino.
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