Pierluigi Pardo conosce bene Bologna. La ama da sempre, da quando da adolescente bussò alla porta di Guccini durante una gita scolastica. E oggi, da cronista navigato, guarda alla città con gli occhi di chi sa riconoscere un momento speciale. La Repubblica lo ha intervistato e le sue parole raccontano quanto l’annata 2025 resterà scolpita nella memoria di chi ama lo sport sotto le Due Torri.
Pardo parte dal contesto generale. Bologna non è solo una squadra o uno scudetto: è un luogo dove si respira sport a ogni angolo.
Tutte le volte che capito per una partita vengo catturato da una città sportiva che ha pochi paragoni. E questo 2025 rimarrà nella storia. Ho la Virtus nel cuore ma amo tutta Basket City. Speriamo che anche la Effe torni presto in Serie A
Il giornalista si sofferma poi sull’impresa compiuta dal Bologna calcio, riportando in bacheca un trofeo che mancava da oltre cinquant’anni. E non dimentica il tecnico.
In termini assoluti la Coppa Italia del Bologna ha un valore più storico, perché mancava da più di mezzo secolo e nessuno avrebbe potuto pronosticarla a inizio stagione. Un trofeo che meritava anche Italiano, dopo le finali perse con la Fiorentina
Il telecronista di DAZN individua anche i volti simbolo di questa rinascita: da un giocatore che si è identificato con la città a un presidente spesso poco celebrato, ma centrale nel progetto.
Orsolini è ormai un simbolo rossoblù: si è identificato con la città e a quanto pare non è nemmeno così stonato, visto il duetto con Cremonini al Dall’Ara
Il giornalista romano elogia anche il modello di gestione della società rossoblù.
Il Bfc è uno degli esempi più virtuosi del calcio d’oggi, un meraviglioso esempio “glocal”: presidenza nordamericana con visione internazionale e dirigenti in sintonia col calcio italiano e la realtà bolognese
Nel finale dell’intervista, lo sguardo si sposta sul basket, altra passione fortissima per Pardo. I protagonisti della Virtus vengono celebrati senza dimenticare chi ha reso possibile tutto questo.
Dire Shengelia è d’obbligo, dopo i play off mostruosi che ha fatto. Però dico anche Pajola, che incarna la vera virtussinità.
Va solo ringraziato. E io l’ho fatto di persona a Brescia. Ha messo enormi risorse personali ed è riuscito a competere ogni anno con squadre ben più dotate in termini di budget
L’intervista si chiude con parole toccanti dedicate ad Achille Polonara, reduce da una fase delicata della sua carriera. Un pensiero che rivela il lato più umano di Pardo e il senso più profondo dello sport.
Sono rimasto commosso dalle curve di Virtus e Brescia nell’applaudirlo insieme. Botte come questa ti ridanno il senso della misura delle cose. Tifiamo tutti per te Achille.
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