Davide Calabria si è ufficialmente preso la propria rivincita: dopo un periodo decisamente complicato con la maglia del Milan, il terzino italiano è rinato sotto i Portici. Diverse buone prove, culminate con l’assist per Odgaard nel successo di Verona di qualche settimana fa. Il difensore classe 1996 si è raccontato in una lunga intervista a Repubblica, analizzando obiettivi personali, aspetti che lo hanno conquistato, ambiente trovato a Bologna e non solo. Andiamo a riportare di seguito un estratto delle sue parole.
Sì mi trovo molto bene e l’orientamento da parte mia è questo. Poi ci sono tante variabili ed è tutto da fare, magari sarà il presidente a svegliarsi una mattina e non volermi più. Io ci sono
Esilio è una parola che odio, potevo restare al Milan senza problemi. Ho scelto io di venire qui perché il Bologna mi ha cercato fortemente e mi ha convinto in poco tempo
L’ambiente. Mi ricorda quello del Milan quando vinse lo scudetto con Pioli. C’è quella stessa energia intorno alla squadra e non è qualcosa di facile da creare. Avevo bisogno di una situazione come questa. Non cambiavo squadra da quando avevo dieci anni e non mi è pesato, qui ci sono ragazzi super. Il gruppo è il top, la società è ben organizzata e tutto funziona anche dietro le quinte, dove si costruiscono i presupposti per giocare bene. Il Bologna è una squadra sempre più difficile da affrontare
Poco. Un mese è servito per adattarmi a una tipologia di gioco comunque simile a quella di Pioli e fisicamente non ero al massimo perché prima avevo giocato poco. Poi serve costanza, cosa che in questo calcio c’è sempre meno. Vorrei ritrovarla qui. Dico che di Calabria da scoprire ce n’è ancora. Cosa credo di aggiungere? Professionalità anche fuori dal campo: penso di poter essere un esempio. Ora tutto gira per il meglio e si sa che nel calcio non può andare sempre così. Bisogna calvalcare l’onda, ma anche crearla. Io qualche partita l’ho fatta, qualche stadio l’ho visto, qualcosa ho vinto. Per stare in alto servono ambizione ed esperienza. Non si deve aver paura di certi palcoscenici
Ci sono tante squadre, oltre alle milanesi e alle romane, che da anni lavorano e spendono anche più del Bologna per star fisse nelle coppe. Si deve crescere in tutto a 360 gradi ma Saputo ha già dato l’idea del percorso che vuole fare, facendo investimenti sul centro tecnico come sullo stadio. Vincere aiuta a fare questa strada perché poi porta più ricavi e quindi più budget, più qualità, più talento. Il Bologna non è al quarto posto per caso. Dopo 30 partite ha dimostrato di poter stare dov’è quindi, per rispondere alla domanda, non manca molto. Bisogna continuare così
Penso sia un grande allenatore e (penso) lo stia dimostrando fin da quando era allo Spezia
Vincere la Coppa Italia e andare in Champions. E’ un miracolo possibile. Oltre qualsiasi aspettativa eppure fattibile. Abbiamo 180 minuti di semifinale e 8 partite di campionato durissime, ma anche per gli altri: nessuno oggi è più contento di affrontare il Bologna
Nell’anno di Pioli lo scudetto arrivò inatteso dopo tanto tempo e c’era un’atmosfera simile a quella che respiro qui, dal campo di allenamento allo stadio lo stesso entusiasmo, la stessa alchimia e le stesse vibrazioni. Speriamo di fare il confronto, e poi le dirò
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