L’ex attaccante dei rossoblu, della Fiorentina e dei sardi, ai microfoni di Bologna sport news, analizza le prossime sfide in trasferta della formazione di Italiano, riponendo grande fiducia sull’andamento dell’intera stagione
Una stagione vissuta a Bologna, sei a Cagliari, cinque con la Fiorentina. E’ stato di passaggio nell’annata nell’anno trascorso in Emilia, con 17 presenze ed una sola rete, si è consacrato idolo assoluto in Sardegna, sfiorando una storica finale di Coppa Uefa nella primavera di trentuno anni fa.
Un’esperienza bellissima vissuta anche a Firenze, in maglia viola, in cui Lulù Oliveira ha anche vinto una Supercoppa Italiana nella finale vinta contro il Milan a San Siro, accarezzando anche l’idea di poter scrivere un pezzo di storia di una società importante poco abituata a lottare per grandi traguardi, con uno scudetto che con la gestione di Giovanni Trapattoni, durante la stagione 1998/99, è sembrato essere un sogno realizzabile fino a gennaio, ma che poi via via sfumato per una serie di circostanze.
Come in terra sarda, anche nel cuore della Toscana, Lulù ha visto svanire proprio sul più bello, la possibilità di giocare una finale europea, in questo caso di Coppa delle Coppe, colpa dell’eliminazione in semifinale per mano del Barcellona di Ronaldo. Cagliari e Fiorentina in trasferta saranno i prossimi avversari di un Bologna, che con la vittoria conquistata contro il Pisa al Dall’Ara, si è nuovamente ricollocato ad altezza Europa, con l’intezione chiara e diretta, di rimane sempre agganciato ai vertici della classifica.
Una formazione di Vincenzo Italiano che in questo primo scorcio di stagione, si è dimostrata imbattibile davanti ai propri tifosi, facendo percorso netto (4 su 4) in campionato, ma che lontano da Bologna deve ritrovare la strada maestra della vittoria.
Le sfide contro le formazioni di Pisacane e Pioli, rappresentano una ghiotta opportunità per cancellare quello zero alla voce “vittorie in trasferta”, ed iniziare ad avere un cammino che tra casa e trasferta, possa essere contrassegnato all’insegna della continuità. L’ex attaccante belga “prova a giocare” entrambe le sfide, da spettatore interessato, evidenziando quelli che possono essere gli spunti più interessanti d’entrambe le partite.
Bologna, doppia trasferta: può arrivare la svolta
Oliveira, dopo la sosta per le Nazionali si ritorna di nuovo in campionato e il calendario propone due trasferte consecutive per il Bologna, a Cagliari e Firenze.
“Sì e saranno sicuramente due partite difficili, che arrivano dopo una sosta in cui il Bologna era reduce dalla bella vittoria contro il Pisa. Partita dal coefficiente di difficoltà totalmente diverso tra loro. La formazione di Pisacane ha iniziato discretamente bene vincendo in casa con il Parma e in trasferta a Lecce e in casa venderà cara la pelle.
La Fiorentina è partita male, ma potrà prendere la sfida contro il Bologna come quella in cui può iniziare a risalire la china. Prevedo una sfida totalmente diversa rispetto alla scorsa stagione, quando i ragazzi di Italiano si presentarono al Franchi con pochissime motivazioni dopo aver vinto la Coppa Italia e aver centrato la qualificazione matematica in Europa League. E ancora presto, ma vincere per il Bologna almeno delle due trasferte, potrebbe essere importante per continuare a perseguire i propri obiettivi.”

Che idea si è fatto dell’inizio di stagione dei rossoblu?
“Mi sembra evidente come non abbia iniziato benissimo, ma ha tutte le qualità per poter fare meglio. Continuare a disputare un altro bellissimo campionato, sulla stessa falsariga di quello degli ultimi due anni, credo che sia pienamente alla portata per una squadra che ha ormai acquisito la piena consapevolezza che può giocarsela con tutte le grandi del campionato.”
Come spiega il rendimento diverso della squadra di Italiano, tra casa e trasferta?
“Non penso che alla base ci sia una vera e propria spiegazione. L’unica possibile ed immaginabile potrebbe essere quella che davanti ai propri tifosi, la spinta del pubblico ti permette di giocare più tranquillo, concentrato e la giocata del singolo possa venir fuori in maniera più agevole.
Fuori può capitare d’incontrare squadre che già di scendere in campo, possa incutere una certa paura, sportiva ovviamente, che non ti permettono d’esprimerti al massimo. Mi preme sottolineare come il Bologna in quest’inizio di campionato, ha dovuto affrontare due trasferte difficili, all’Olimpico contro la Roma, a San Siro contro l’Inter, dove ha si perso ma non sfigurato. A Lecce è stato sfortunato per aver perso la vittoria solamente nei minuti di recupero. Spero per il bene del Bologna, che tra Cagliari e Bologna, possa essere il momento giusto per svoltare fuori casa”.
E’ un Bologna che può ambire ad un’altra qualificazione europea?
“Assolutamente sì, perché sembra continuare ad esserci tutto. Ad iniziare da una squadra che gioca a memoria, un allenatore che è rimasto a Bologna e conosce benissimo le qualità della rosa a sua disposizione, unito ad un entusiasmo che continua a rimanere inalterato come nelle ultime stagioni.
Una squadra che durante il mercato estivo, ne è uscita rafforzata con l’arrivo di calciatori importanti come Bernadeschi ed Immobile, anche se ha perso Ndoye, che in linea ha mantenuto la stessa ossatura delle ultime stagioni. Quindi si, è un Bologna che può almeno competere per centrare un’altra qualificazione in Europa League.”
Da ex attaccante, come giudica la qualità tecnica del reparto offensivo?
“Non ci sono dubbi sul fatto che Italiano abbia a disposizione dei calciatori dal livello medio/alto. Da questo punto di vista, mi preme fare un plauso soprattutto per Riccardo Orsolini, che dopo essere stato preso poco in considerazione durante la gestione di Luciano Spalletti, con Gennaro Gattuso che sia ormai entrato in pianta stabile nel giro della Nazionale Italiana.
L’assist per il raddoppio di Retegui contro l’Estonia, è stata la dimostrazione di come Orsolini possa essere determinante non solo con il Bologna, di cui è ormai uno dei leader tecnici della rosa. Sono contento anche della convocazione di Cambiaghi per le sfide contro gli estoni ed Israele, a riprova di come Bologna sia l’ambiente ideale per fare bene e continuare sempre a migliorarsi. “
Non solo, perché anche Immobile e Bernadeschi cullano ancora l’ambizione di rientrare nel giro azzurro…
“E fanno sicuramente benissimo. Parliamo di due calciatori affermati, che la maglia della Nazionale italiana l’hanno già indossata vincendo anche un Europeo. Di conseguenza, sanno cosa significa giocare e rappresentare la propria nazione in giro per l’Europa e il mondo.
Definisco Immobile un centravanti completo, in grado di poter dire ancora la sua sotto il profilo realizzativo. Di Bernadeschi, ho sempre avuto la sensazione d’avere davanti un vero e proprio jolly, in grado d’adattarsi in più posizioni del campo. Entrambi hanno il dovere di ritornare ad essere determinanti come lo sono stati con la Lazio, la Fiorentina e la Juventus.”
Un progetto tecnico che si sta dimostrando molto valido, che ha riportato a Bologna la vittoria di un trofeo: la Coppa Italia.
“Mi preme fare un plauso alla società, che in questi ultimi due anni ha lavorato benissimo, facendo degli investimenti di mercato mirati e che alla lunga si sono dimostrati azzeccati. Hanno saputo scommettere su un emergente come Thiago Motta, che ha ripagato la fiducia ripostagli con la storica qualificazione in Champions League.
Hanno poi saputo trovare un valido sostituito in Italiano, che ha riportato a rivincere una Coppa dopo tantissimi anni. Non sarà facile, ma vedo un Bologna che può continuare a stupire e può giocarsi le sue carte anche per la conquista della Supercoppa Italiana nel mese di dicembre.”
Oliveira a Bologna: una stagione in chiaroscuro
E un Bologna che può ripetere lo stesso percorso dell’Atalanta?
“Le rispondo con un: ‘mai dire mai’. D’analogo tra le due società sembra esserci la presenza di una dirigenza seria, che di anno in anno hanno sempre continuato a migliorare le rose. L’Atalanta ha perso due finali di Coppa Italia, ma ha vinto l’Europa League, ritengo che questo sia un aspetto da tenere in particolare considerazione.
Ecco, la vera sfida che il Bologna ha adesso con sé stesso, è quella di provare ad acquisire una vera e propria dimensione europea, che le possa permettere di giocarsela con le migliori squadre del continente.Non sarà facile, ma ha le carte in regola per provarci.”

Lei che ricordi ha della sua esperienza in Emilia?
“A livello personale non è stato un anno positivo, visto che disputai la metà delle partite e realizzai solamente una rete. Giocai però in un Bologna fatto di calciatori importanti come Pagliuca, Signori, Cruz, Kolivanov, Lima e questo penso sia stato che l’unico aspetto della stagione trascorsa in rossoblu. Fu un’annata in cui non riuscii ad esprimermi al massimo delle mie potenzialità e questo rappresentò un vero e proprio peccato.”
In Sardegna e in Toscana andò sicuramente meglio, anche se con un pizzico di fortuna, da una parte e dall’altra, avrebbe potuto giocare una finale europea.
“Sicuramente, perchè furono due esperienze bellissime. Arrivai a Cagliari e subito incontrai delle difficoltà legate all’ambientamento e con il problema legato al fatto che non conoscevo la vostra lingua. Ricordo benissimo come nei primi periodi fu determinante la presenza in squadra di Francescoli, che parlava benissimo il francese, dandomi una mano importante nel mio processo d’inserimento in una realtà totalmente nuova rispetto al Belgio.
Furono sicuramente stagioni bellissime dove realizzai diverse reti e sfiorammo addirittura una storica finale di Coppa Uefa nel 1994. A Firenze arrivai invece da calciatore affermato, vinsi una Supercoppa Italiana e anche in questo caso fui vicinissimo a disputare una finale di Coppa delle Coppe con Claudio Ranieri allenatore. Una squadra che annoverava la presenza di calciatori importanti, che giocavano nelle proprie nazionali, come Toldo, Rui Costa, Batistuta ed Edmundo.
Nel 1998/99 lottammo addirittura per lo scudetto, chiudendo da campioni d’inverno il girone d’andata, peccato che nel girone di ritorno accusammo una flessione, legata a diversi fattori, ma ciò non toglie come il terzo finale in campionato, dietro al Milan e alla Lazio, sia stato comunque un risultato straordinario.”