Il Bologna è caduto in casa per la prima volta in stagione: com’è maturata la sconfitta tra errori arbitrali e topiche difensive
Contro la matricola Cremonese arriva per il Bologna la prima sconfitta casalinga che ferma la serie positiva di 12 turni, fra campionato e coppe. L’ultima partita persa dai rossoblù in casa risale infatti al 24 maggio scorso quando i felsinei – ormai paghi per aver vinto la Coppa Italia e conquistata la qualificazione in Europa League – si sono arresi al Genoa.
Una sconfitta – quella subita contro la squadra guidata dal bravo Nicola, oggi non a caso all’undicesimo posto in classifica – che apre a diverse interpretazioni. Detto che l’avversario lombardo gioca un calcio brioso e senza tanti fronzoli e annovera in rosa giocatori interessanti come Bianchetti, Barbieri, Payero, Vandeputte, Bonazzoli e – non ultimo – quel Vardy autore della doppietta che ha piegato le gambe ai ragazzi di Italiano, nel caso del Bologna ci si domanda come sia possibile stravincere in UEL contro il Salisburgo 4-1 e quattro giorni più tardi prendere tre pappine dalla Cremonese. E la risposta sintetizza quello che vediamo sovente sui campi: è possibile perché è successo e perché nello sport tutto accade e nulla si dà per scontato.
Bologna, il ko non è indolore: ma c’è un aspetto da non sottovalutare
Il Bologna esce ridimensionato da questa sconfitta? Per nulla poiché si trova a 4 punti dalla vetta – oggi comandata da Milan e Napoli – e condivide il quinto posto con il Como, anche se i lariani sono un passo avanti per differenza reti. A tal proposito con i tre gol subiti la difesa del Bologna scende dal terzo al quinto posto in coabitazione con il Napoli: hanno subito meno reti Roma e Como 7, Milan 9, Lazio 10.
Poi però bisogna analizzare i fatti e lo stesso farà Vincenzo Italiano con il suo staff e con i ragazzi alla ripresa degli allenamenti prevista per oggi in vista del match di Coppa Italia di giovedì alle 18.00 contro il Parma, stadio “Dall’Ara”.
Due errori arbitrali e due svarioni difensivi: così è nato il ko di ieri
Alibi? Non è opportuno cercare chissà quale appiglio per giustificare una sconfitta netta, anche per il rispetto dovuto agli avversari, protagonisti di una sontuosa gara, ma oggettivamente il Bologna ieri è stato vittima di due episodi a mio avviso mal gestiti della “gruppo arbitrale”, al netto di due svarioni difensivi che hanno – purtroppo – dato il là alla vittoria dei cremaschi.

Casale è il primo a salire sul carro degli imputati (e sinceramente non comprendo come il ragazzo veneto possa passare dalla partita perfetta giocata a Udine e questa indecorosa uscita), ma tutto il reparto difensivo non è esente dalla giornata no, le indecisioni di Lucumi e Ravaglia sono sotto gli occhi di tutti, ma non creerei casi a sproposito. Una giornata negativa può capitare a tutti.
Bologna, mancano due rigori
Gli stessi arbitri – è corretto dire – possono passare una giornata sottotono al pari di un giocatore. Fa parte del gioco, si dice. Ma quando in campo va una squadra con tanto di tecnologia alle spalle non si comprende come si possa soprassedere davanti ad alcuni episodi apparentemente evidenti. La domanda è sempre ricorrente: qual è il compito di questa benedetta VAR? Ancora oggi me lo chiedo e alzi la mano chi l’ha capito.
Contro la Cremonese i rossoblù sono stati penalizzati per altri due rigori non concessi: un mani di Folino dubbio per il quale vi è stato un lungo check e per l’atterramento di Orsolini ad opera di Terracciano. Poi, tutto è opinabile e vedremo cosa ci racconterà il designatore Rocchi nei prossimi giorni.
Bologna, cos’è mancato contro la Cremonese: Vardy show
Quando dico che nello sport non c’è risultato certo perché è realtà. Il Bologna infatti parte bene e sembra avere la gara in pugno; nei primi minuti Orsolini prende il palo, Dominguez impegna severamente Audero e Miranda fa un traversone millimetrico a Castro, che non aggancia, ma diventa un pericolo per il portiere. Tre episodi che fanno pensare ad una gara in discesa, ma poi la Cremonese si schiarisce le idee e colpisce laddove la stanchezza (di coppa) dei rossoblù si fa sentire.

A fine gara il mister Italiano ridimensiona la sconfitta, come giusto che sia, una giornata storta può accadere, mentre il capitano di giornata Orsolini la butta sulla gara stregata: “Si poteva giocare per 14 giorni e non avremmo mai segnato”. Invece, penso che al Bologna sia mancata la lucidità per fare ciò che sa fare. E quando le cose non riescono sale l’ansia e la paura di tradire il pubblico presente allo stadio, anche ieri si sono registrati ben oltre 25 mila spettatori. Oltretutto, i 4 avvicendamenti rispetto alla partita giocata con il Salisburgo non hanno portato giovamento.
Una gara persa in quattro micidiali minuti in cui i rossoblù crollano e si trovano all’inferno: al 31’ Bianchetti verticalizza, Casale rimane inerte, Payero la sblocca. Minuto 35 e Vardy imbuca Ravaglia su suggerimento di Bonazzoli. Poi Orsolini su rigore la riapre (sesto gol per l’ala ascolana), ma evidentemente l’avversario sa il fatto suo e pochi minuti dopo la ripresa post intervallo colpisce ancora con Vardy, l’ex Leicester City, bomber di razza classe 1987.
Testa a Coppa Italia, campionato e Supercoppa
Archiviamola come un mezzo passo falso, c’è poco altro da aggiungere, ma bisogna tornare a correre auspicando nella rigenerazione di gambe e testa di alcuni giocatori apparsi ieri sottotono. Da qui alla fine dell’anno solare i rossoblù sono chiamati a sei incontri in ventiquattro giorni, che passerebbero a sette se il Bologna dovesse approdare in finale di Supercoppa di Lega.
Andiamo con ordine: il 4 dicembre dicevamo di Bologna-Parma in Coppa Italia, poi 7 si gioca Lazio Bologna. L’11 dicembre il turno infrasettimanale di Europa League in casa del Celta de Vigo, mentre il 14 è la volta della trasferta a Torino contro la Juventus, alle 20.45. Venerdì 19 si gioca a Riad contro l’Inter (semifinale di Supercoppa Italiana), mentre la finale è fissata per sabato 22 dicembre, alle ore 20 italiane. Dopo il santo Natale si torna in campo il 28 dicembre per Bologna – Sassuolo.





