Il Bologna cade contro il Napoli nella finale di Supercoppa italiana: i partenopei si aggiudicano il trofeo, felsinei a testa alta
Due volte Neres e il Napoli di Conte (al suo undicesimo trofeo conquistato in carriera) si porta a casa la Supercoppa italiana. Come da pronostico, i campioni d’Italia sono i favoriti nonostante la recente sconfitta in campionato a vantaggio dell’Udinese: un mezzo passo falso e nulla di più.
Infatti, gli azzurri visti a Riad non sono certamente quelli visti a Bologna in campionato il 9 novembre scorso, in quella spettacolare serata in cui i rossoblù si imposero 2 a 0 grazie alle reti di Lucumi e Dallinga. Dopo il kappao a Bologna, con lo schieramento 4-2-3-1, l’allenatore dei partenopei Conte abbandona la difesa a 4 e ridisegna la formazione con la difesa a tre, apparentemente meno coperta, ma nei fatti l’attuale 3-4-2-1 in fase di ripiegamento diventa un roccioso 5-4-1.
E i risultati si sono subito visti con le tre vittorie acquisite con Atalanta, Roma e Juventus. Ma al di là dei moduli, serve l’atteggiamento (come raccontava sovente un certo Mihajlovic) e gli scudettati campani lo hanno ritrovato. Bravi loro!
Neres nuova stella del Napoli: Bologna a testa alta
Schieramento che permette alla squadra di Conte di valorizzare appieno il centrocampo e consentire il reinserimento di Politano spesso sacrificato a vantaggio della nuova stella Neres, l’ala extraterrestre di San Paolo già protagonista con Ajax e Benfica e nuovo asso nella manica per la nazionale carioca guidata da Carletto Ancelotti.
Tuttavia il Bologna di Italiano se l’è giocata a testa alta ma senza andare oltre le proprie possibilità. Il punto è proprio questo, il Bologna non si è superato come in altre occasioni anche perché difronte si è trovata una squadra superiore in ogni reparto anche grazie al supporto dalla panchina.
A tal proposito rispolvero un vecchio concetto ancora attuale, una grande squadra proiettata a vincere deve avere un organico all’altezza degli obiettivi e – duole affermarlo – il Bologna evidentemente non ce l’ha. Mi spiego. Fino a questo momento Italiano ha fatto il possibile per presentare in campo un undici competitivo, ruotando quasi tutta la rosa a disposizione, ma nelle ultime partite non sempre chi è subentrato è riuscito a cambiare le sorti della partita.
Tre assenze pesanti per Italiano
Per rimanere in tema con la finale di Riad, Moro prima e Dallinga e Rowe poi rilevano Odgaard, Cambiaghi e Ferguson, e ancora Immobile e Dominguez entrati per Castro e Orsolini, non hanno prodotto gli effetti speciali, anche perché recuperare il doppio svantaggio era oggettivamente difficile dopo le due perle di Neres, subite peraltro in modo discutibile.
E qui non posso non chiamare in causa gli infortuni che hanno purtroppo fatto la loro parte. Tre in particolare – a mio modo di vedere – sono mancati come il pane nella finale di Riad, e mi riferisco a Freuler, Bernardeschi e il migliore Immobile. Conclusioni: la panchina ha fatto la differenza e poco importa se agli avversari mancavano i vari Meret, Lukaku, De Bruyne e recentemente Anguissa, insomma pezzi da novanta, ma chi è andato in campo finora non ha certamente demeritato.
Napoli-Bologna, la partita

Il portiere bolognese Ravaglia si supera in due occasioni, su McTominay e Spinazzola, ma poi subisce un gol pazzesco di Neres: il brasiliano riceve da fallo laterale e avanza, Cambiaghi prima e Lucumi poi non chiudono come dovrebbero e l’ala azzurra dal limite dell’area fa partire un tiro teso dove il portiere bolognese non può arrivare.
Il Bologna fatica a reagire, infatti nelle poche sortite in avanti appare fin troppo prevedibile e forse la stanchezza accumulata in semifinale fa la differenza. Sulle gambe pesa un giorno in meno di recupero rispetto al Napoli che ha giocato il match contro il Milan la sera precedente. La formula è questa e serve poco recriminare.
Nel secondo tempo il Bologna pare essere più reattivo e nel momento in cui spinge maggiormente – tant’è che Ferguson sfiora il pareggio su traversone di Orsolini – il Napoli si fa cinico con il solito Neres. Ravaglia, fin qui il migliore in campo, in ripartenza tocca verso Lucumi, il pallone rotola lento verso il difensore colombiano che non coglie appieno l’intenzione del compagno di reparto.
Insomma, Ravaglia fa quel che fa ma Lucumi dorme come un ghiro e si fa prendere in controtempo da Neres. Palla rubata e rete realizzata. La frittata è fatta e il raddoppio chiude definitivamente le velleità dei rossoblù, poco lucidi a recuperare contro un SuperNapoli.
Le statistiche premiano i partenopei, 16 tiri complessivi di cui 9 in porta, opposti ai 9 del Bologna di cui 3 in porta, ovvero i tiri telefonati di Orsolini, Odgaard e Moro. Troppo poco per ambire ad un trofeo.
Bologna, testa al Sassuolo
Ora testa, cuore e gambe al Sassuolo, si gioca a Bologna il 28 dicembre alle 18.00. Match per nulla scontato se consideriamo che la matricola di Fabio Grosso – pur reduce dalla sconfitta interna a favore del Torino – viaggia a metà classifica. Ma i rossoblù dovranno sfruttare al meglio il fattore campo e tornare a vincere dopo la sconfitta con la Juventus, non solo per mantenere la sesta posizione in classifica ma anche per lasciarsi alle spalle il Como, impegnato a sua volta sabato in casa del Lecce.





