Alla luce delle ultimissime uscite, si può dire senza troppi dubbi che il cambio di modulo optato da Mihajlovic stia funzionando molto bene. Il 1-3-4-3 sulla quale sta puntando il tecnico serbo permette al Bologna una maggiore solidità ed equilibrio difensivo e al contempo abilità nel portare tanti uomini in zona offensiva. Un mix di cambiamenti tattici magari non troppo evidenti, ma con un nuovo atteggiamento a fare la differenza. D'altronde il mantra ripetuto più volte in conferenza dallo stesso Mihajlovic è proprio “l'atteggiamento fa la differenza, più della tattica", ma c'è anche da aggiungere che senza una buona organizzazione, nonchè equilibrio difensivo in campo, è difficile portare a casa risultati concreti.

Il Bologna è sceso in campo con il suo 1-3-4-2-1, con l'esordio in maglia rossoblù dal primo minuto di Binks al centro della difesa, affiancato da Soumaoro a destra e da Theate a sinistra. Linea mediana composta da De Silvestri e Hickey sulle corsie laterali con Dominguez e Svanberg centrali. Reparto offensivo affidato ad Arnautovic, supportato dalla fantasia di Barrow e dalla sapiente intelligenza tattica di Soriano

BOLOGNA - COSTRUZIONE SFRUTTANDO LE CORSIE ESTERNE E GLI ‘HALF SPACE’

Il primo sviluppo del Bologna, che generalmente costruisce dal basso, è passato per la maggioranza delle volte a sinistra da Theate, difensore tecnicamente molto bravo e pulito nella gestione palla, anche sotto pressione, e in grado di giocare sempre con lucidità il pallone. Successivamente lo scarico è avvenuto sulle rispettive fasce di competenza, quindi su Hickey (immagine 1), con un movimento a invertirsi di Svanberg, ad allungare la squadra, e Barrow a venire incontro per ricevere (immagine 2): proprio quest'ultimo, nella gara di ieri, ha giocato con grande libertà tattica, muovendosi un po' dappertutto per farsi dare palla e creare grattacapi alla difesa friulana. Questa strategia ha tolto molti riferimenti alla retroguardia dell'Udinese che ha faticato parecchio a capire i movimenti di Barrow, ma anche a leggere gli inserimenti senza palla di Svanberg che, assolto dai compiti di costruzione, è stato più libero di muoversi in verticale e profondità. 

IMMAGINE 1 - Costruzione laterale con Barrow e Svanberg che invertono le loro posizioni

 

IMMAGINE 2 - Solita costruzione che parte da Theate, Barrow viene incontro e Svanberg va in profondità: si tolgono i riferimenti

Un altro degli sviluppi interessanti nella costruzione a centrocampo proposta da Mihajlovic, riguarda l'utilizzo dei due esterni di centrocampo (De Silvestri e Hickey) come ‘costruttori' aggiunti in mezzo al campo. Mihajlovic ha optato per cambiare e mettere in confusione il piano gara dell'Udinese invertendo attitudini e compiti in mezzo al campo. Come vediamo nell'immagine 3, Hickey (in possesso della palla) e De Silvestri si trovano in un'insolita posizione centrale, nei cosiddetti ‘half space’, o meglio conosciuti come gli spazi intermedi. All'opposto, invece, Barrow e Soriano si sono allargati sulle rispettive fasce di competenze. In questa situazione sarà poi Barrow a ricevere e a portare avanti l'azione offensiva. Mettere i due rifinitori in quelle posizioni gli consente di poter ricevere il pallone con più libertà e con il corpo già semi orientato verso la porta avversaria, quindi di poter essere in grado di decidere più velocemente la successiva giocata da eseguire in una zona di campo potenzialmente pericolosa e favorevole. 

IMMAGINE 3 - Centrocampisti esterni nei corridoi interni

 

FASE DIFENSIVA

Il Bologna, a livello difensivo, si è mosso nel complesso con ordine e precisione. Come solito la retroguardia rossoblù ha tra i suoi princìpi il duello diretto 1 contro 1 con l'avversario. Binks si è comportato molto bene nel confronto con Beto, un attaccante molto forte fisicamente ma al contempo anche tecnico e veloce. Non di certo un calciatore facile da marcare alla prima presenza in rossoblù. L'Udinese ha spesso giocato palloni lunghi per andare direttamente sui propri attaccanti e vincere le seconde palle, ma ha accompagnato e coperto troppo poco la zona di rifinitura, permettendo al Bologna, in quelle situazioni (immagine 4), di trovarsi in superiorità numerica nei duelli, di trovarsi spesso in vantaggio nello scivolare in arretramento coi centrocampisti e di recuperare il pallone. Bene anche l'aiuto di Hickey e De Silvestri, abili nel giocare su tutta la fascia e di coprire l'ampiezza difensiva permettendo ai 3 difensori di concentrarsi sulle marcature centrali e di non andare mai in inferiorità numerica in area di rigore.

IMMAGINE 4 - Zona di rifinitura e eventuali appoggi non coperti dall'Udinese, CC del Bologna in arretramento ma senza affanni

 

UDINESE - SOLIDI PRINCIPI AL POTERE: FORZA E SECONDE PALLE

L'Udinese si è invece schierata col solito 1-3-5-2, con una strategia tattica, adottata per tutta la partita, che è stata pressochè la stessa delle altre uscite stagionali. Grande densità nelle zone centrali, compattezza in fase difensiva, tutti gli undici a partecipare alla fase difensiva, seconde palle e corsa frenetica sulle corsie laterali.

Il reparto offensivo è stato affidato a Beto e Deulofeu, proprio per sfruttare le abilità fisiche e nel gioco aereo dell'attaccante portoghese, ma anche la velocità e i guizzi dello spagnolo ex Milan. Questa soluzione è una delle principali armi tattiche dell'Udinese, che anche nella partita di ieri è stata provata più volte: attacco diretto con lancio dalla difesa a cercare la testa di Beto, che va a duello aereo coi difensori rossoblù, e cerca di 'spizzare' la palla per Deulofeu che nello stesso momento fa un movimento ad attaccare la profondità per andare a sfidare direttamente nell' 1 contro 1.

IMMAGINE 5 - Attacco diretto dell'Udinese che salta il gioco a centrocampo e cerca la testa di Beto, Deulofeu va in profondità

 

Un'altra caratteristica nel primo sviluppo del gioco dell'Udinese è stata sfruttare le qualità di Pereyra, di gran lunga il calciatore più tecnico della mediana dei friulani. Con Walace ‘ingabbiato' dai due attaccanti del Bologna, il fantasista argentino si è mosso varie volte, fino a prima dell'espulsione, effettuando dei movimenti fuori linea, cioè staccandosi dal centrocampo per sfruttare l'ampiezza e ricevere palla liberato da ogni pressione (immagine 6). Questo ha permesso di alzare ulteriormente l'esterno destro di centrocampo Stryger Larsen, senza dubbio più abile nella corsa e nell'attaccare la corsia, e sfruttare le maggiori qualità nella gestione del pallone di Pereyra per imbastire azioni più fluide.

IMMAGINE 6 - Pereyra si muove in ampiezza per smarcarsi e dare più fluidità alla gestione dell'Udinese

 

Per concludere non si può non parlare della fastidiosa posizione di Gerard Deulofeu. L'attaccante spagnolo è stato ieri il pericolo numero 1 per la difesa del Bologna. I suoi continui movimenti, da destra a sinistra, passando dal centro, hanno impensierito e non poco la retroguardia emiliana. Deulofeu si è smarcato varie volte e coi tempi giusti nella zona di rifinitura (immagine 7), ovvero quello spazio che si crea tra la difesa e il centrocampo degli avversari, causando degli scompigli su chi dovesse uscire e staccarsi per contrapporsi dalla linea difensiva rossoblù. Sia centralmente, che lateralmente, lo spagnolo ha dato prova di saper giocare sia incontro che in profondità, sfruttando grandi capacità tecniche unite a dribbling, ad una notevole rapidità e frequenza di passo (immagine 8). Più volte la sua posizione e le sue giocate non sono state lette dalla difesa del Bologna, che si è ritrovata pericolosamente a rischiare di subire azioni da gol.

IMMAGINE 7 - Deulofeu in zona di rifinitura centrale. Della difesa rossoblù nessuno esce
IMMAGINE 8 - Deulofeu in zona di rifinitura esterna, attacca la profondità alle spalle di una linea del Bologna troppo statica

 

 

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