E no, non è stato un rito vodoo. Un buon Bologna non basta contro la capolista. Chiariamo subito: netti i due rigori, meritata la vittoria del Milan. Però se nel finale l’uomo decisivo è stato Donnarumma, significa che il Bologna è stato in partita fino alla fine. Piuttosto, il discorso da fare è un altro. Contro le prime sette del campionato in otto sfide (il Milan affrontato due volte) il Bologna ha raccolto solo 1 punto (il 2-2 contro l’Atalanta). Il dato sta lì a confermare l’enorme – sì, enorme – distanza che separa i rossoblù dalla zona dove si pensa all’Europa. Questo per ricordare – alle belle gioie dentro e fuori Casteldebole che in estate ragionavano sui voli charter da prenotare per girare l’Europa al seguito della squadra – che la crescita del Bologna in questo quinquennio con Saputo in realtà non c’è stata. Altre squadre (prendete l’Atalanta), sono cresciute. Non il Bologna. Va detto: altre hanno anche subito un tracollo tecnico e societario. Il Bologna si è assestato. Ha trovato la sua dimensione tra l 12° e il 15° posto della Serie A. Qualche considerazione sui singoli in merito alla sfida col Milan. Soumaro era al debutto. Che dire? Primo tempo discreto, ripresa macchiata dal fallo di mano e da una lucidità a intermittenza. Ma non è Soumaro che – nel caso – farà fare il salto di qualità alla difesa. Servirà per le rotazioni, né più e né meno. Due parole su Barrow, anche stavolta centravanti per mancanza di alternative. Lo ripetiamo da settimane: non è il suo ruolo. NON. E’. IL. SUO. RUOLO. Ne sta dando dimostrazione a ogni piè sospinto, come si suol dire. Tende a sparire tra le pieghe della partita, la sensazione è che si senta a una festa cui si è presentato senza invito e ha paura che lo scoprono, per questo gira alla larga dal buffet e parla il meno possibile con i compagni. Piccoli segnali di crescita da parte di Sansone e di Skov Olsen: entrambi per motivi diversi hanno reso (molto) meno di quello che ci si aspettava da loro. Possono tornare utili, sicuro. E dunque: quella col Mlan è stata la terza sconfitta nelle ultime quattro partite. Classifica ferma, ma ancora discretamente tranquilla. (Però l’anno scorso a questo punto del campionato il Bologna aveva 24 punti, ora solo 20, 4 in meno). Per garantirsi un futuro senza tensioni, il Bologna è chiamato a fare almeno 4 punti nelle prossime due partite, contro Parma e Benevento. Non sarà facile, le squadre in questione – per motivi diversi – saranno assai rognose da affrontare. Ma altra strada non c’è.
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