Federico Ravaglia, nato e cresciuto sotto le Due Torri, si è raccontato in una lunga intervista a Il Resto del Carlino attraversando temi che variano dall’Europa al rapporto con la famiglia, dal passato del Bologna alla stagione in corso.
Di seguito riportiamo alcune delle sue parole su Champions League e campionato di Serie A.
“Ci penso spesso, perché voglio che quelle emozioni restino vive. Torno con la mente a Napoli, a noi che in aereo cantiamo ‘L’anno che verrà’ di Lucio. Il ritorno in una Casteldebole piena di tifosi. Poi la festa in Piazza Maggiore, con la mia famiglia e i miei amici in mezzo alla folla. E’ stato un sogno ad occhi aperti, qualcosa di magico.”
“Non mi sento di dire che si sia spenta. Ci sono stati dei cambiamenti grossi, ma la base del gruppo è quella. Sono arrivati allenatore e giocatori nuovi, ma io non vedo nessuna ragione per cui non si possa ripetere l’ultima stagione. Certo, confermarsi è sempre più difficile. Ma a oggi ti dico: perché no?! E’ qualcosa nelle nostre corde. Ci servirebbe una scintilla, anche un po’ di fortuna.”
“Per il modo in cui abbiamo giocato ad Anfield, l’intensità, il coraggio, a me è sembrata tutt’altro che una gita. Se vado ad analizzare quel 2-0, non sono soddisfatto perché torno a mani vuote, ma esco a testa alta e petto in fuori: per quello che abbiamo dimostrato contro una delle squadre più forti d’Europa, una delle tre più in forma. E’ stata una grande gara: ci ha dato la consapevolezza che ora a questi livelli ce la possiamo giocare.”
“Si spiega che è il primo anno con questo doppio impegno. Non è una scusa, non cerchiamo alibi, ma probabilmente un po’ di stanchezza l’abbiamo accusata. Poi lo so che col Parma in casa ci si aspetta la vittoria, ma ogni gara fa storia a sé: abbiamo avuto tante occasioni per sbloccarla. Ci sono momenti in cui ti riesce tutto e mascheri anche le tue difficoltà. Altri in cui potevi vincere, come con Udinese ed Empoli, ma lì la prestazione viene oscurata dal risultato e allora cominciano i dubbi. Il calcio è così. Poi certo, potevamo avere qualche punto in più? Si. Per me, però, è solo un momento, facilmente risolvibile.
“Dopo il Parma, il mister era arrabbiato, lo eravamo tutti. Ma poi ci siamo subito messi con grande voglia a preparare il Genoa, a lavorare sulle nostre difficoltà. Ci stiamo preparando nel modo giusto. Siamo pronti per affrontare questo ciclo di gare ravvicinate.”
“Io e Lukasz abbiamo un legame stretto con i suoi preparatori, Iago e Alfred. Li sentiamo ogni tanto e di riflesso anche Thiago. A lui devo tanto: mi ha dato fiducia, in gare cruciali, come a San Siro con l’Inter in Coppa Italia dove ho parato il rigore a Lautaro. Quella vittoria ci diede tanta consapevolezza per fare poi l’impresa Champions.”
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