Mentre il Bologna targato Vincenzo Italiano prosegue la sua pre-season a Casteldebole (anche oggi doppia seduta di allenamento per i rossoblù, alle 10 e alle 17:30), il neo acquisto Nicolò Cambiaghi ne ha approfittato per rispondere alle domande dei giornalisti nella sua conferenza stampa di presentazione presso la sala stampa del centro tecnico Niccolò Galli.
A rompere il ghiaccio, prima di lasciare spazio alle dichiarazioni dell’ex Empoli, ci ha pensato il direttore sportivo Marco Di Vaio, il quale ha incensato Cambiaghi con parole al miele: “Si è fatto conoscere in questi anni, non ha bisogno di presentazioni. Quando Vincenzo Italiano ci ha fatto il nome di Nicolò ci ha trovato tutti d’accordo perché è un giocatore che ci piaceva molto, anche lo scorso anno ci eravamo approcciati per portarlo qui. Si è calato subito con entusiasmo in questa nuova realtà, pur sapendo che non sarà facile perché davanti ci sarà competizione con gli altri esterni d’attacco. Come abbiamo visto la Nazionale ha bisogno di nuovi innesti, l’operazione è stata pensata ed immaginata per far sì che il ragazzo possa fare lo stesso percorso che ha fatto Riccardo Orsolini al Bologna e arrivare alla Nazionale, diventando un esterno completo”.
Sto provando sensazioni positive, mi sono trovato bene sin da subito con i compagni, con l’ambiente e con tutta la famiglia Bologna. Stiamo lavorando forte per metterci a disposizione del mister e capire i suoi concetti.
Ci ho parlato i primi giorni che sono arrivato, mi ha detto di andare forte e mettermi a disposizione. So che arrivo in una grande squadra e in un grande gruppo, ma voglio farmi trovare pronto.
Penso sia il sogno di tutti i bambini che iniziano a giocare a calcio. Di sicuro era un mio sogno e farò di tutto per farmi trovare pronto.
È un onore. Lottare per la salvezza non è mai semplice, anzi dal mio punto di vista è una delle cose più difficili perché ogni palla, ogni azione, può segnare una stagione intera. Sono cresciuto tanto in questi due anni, mi hanno aiutato a crescere per diventare un giocatore più completo e più uomo. So che ora gli obiettivi saranno diversi ma questi due anni mi hanno preparato e sono pronto.
Si può sempre migliorare, so di poter fare più gol. Qui ci sono giocatori importanti che hanno anche esperienza internazionale e da loro posso imparare prendendo spunto per migliorare.
Le cose che ti rimangono più impresse sono quelle che ti dicono i grandi alle prime esperienze quando fai il salto dalla Primavera alla prima squadra. In quei momenti ti sembrano cose incredibili, specie se dette da giocatori importanti. A Bergamo ad esempio parlavo molto con il Papu Gomez. La crescita più importante però l’ho fatta ad Empoli, non faccio nomi in particolare ma tutte le persone con cui ho condiviso il campo e lo spogliatoio mi hanno aiutato a crescere sotto tutti i punti di vista.
Per essere un esterno penso sia uno degli italiani che fa più gol, fare il suo percorso sarebbe un onore. Sicuramente prenderò spunto da lui e ci parlerò, spero un giorno di diventare quello che Orso rappresenta per il Bologna e di poter raggiungere la Nazionale.
Il direttore mi ha visto crescere stagione dopo stagione, sono andato in prestito ma sono sempre tornato alla base e quindi sicuramente il direttore mi ha sempre tenuto sotto controllo. Ora finalmente potrò lavorare con lui in prima squadra.
L’idolo in assoluto è Messi, ma negli ultimi anni mi sono ispirato a Chiesa. Guardo molto come lavorano gli esterni per prendere spunto e Chiesa è uno di loro perché è diventato un giocatore importante anche per la Nazionale.
Ho notato un’intensità altissima. Il mister ha come caratteristica quella di farci allenare ad un livello di intensità molto alto. Qui sto condividendo il campo con giocatori importanti e per forza di cose il livello si è alzato. In questi primi giorni mi ha impressionato Castro per la fame e per la qualità che sta mettendo e Urbanski, il quale però già conoscevo, l’avevo visto anche in Primavera.
Nel tempo libero guardo tante partite di tutte le categorie, sia per passione sia per studiare gli altri giocatori. Ovviamente quando ne ho la possibilità, perché giocando tanto il tempo è poco.
Non importa, ma il livello di concorrenza su ambedue le fasce è alto. Karlsson mi ha impressionato per lo spunto, la personalità ed il tiro. In generale mi stanno piacendo tutti i miei compagni per la qualità che mettono per far alzare il livello dell’allenamento.
Per il modo di giocare del mister, il nostro è un modulo che si concentra molto sugli uno contro uno degli esterni e nei due contro uno con la sovrapposizione del terzino. In questi primi allenamenti mi sento molto libero di sbagliare e provare le giocate.
Sicuramente esordire in prima squadra era un mio sogno perché sono stato a Bergamo con l’Atalanta per 12 anni, da quando avevo 8 anni fino ai 20, diventando capitano della Primavera. Penso che chiunque lo avrebbe voluto. Però sinceramente non mi è pesato, perché penso che ogni giocatore abbia il proprio percorso: magari in quel momento ero meno pronto di altri ed è stato giusto andare a farmi le ossa in Serie B e crescere in una categoria inferiore che mi ha fatto imparare molto. Esordire per 10/15 minuti a 18 anni non sarebbe stato un punto di arrivo, quindi non è mai stato un problema nella mia testa. Tanti miei compagni ce l’hanno fatta e sono stato contento per loro: per me non c’è stata occasione ma non fa nulla, sono tornato dai prestiti più pronto. Ci sono percorsi e percorsi ed io sono contento del mio.
I rossoblù partiranno per il ritiro di Valles in Alto-Adige nel pomeriggio di lunedì 22 luglio (primo allenamento martedì alle 9.30). Da domenica El Azzouzi lascerà i rossoblù per aggregarsi alla selezione marocchina che prenderà parte alle Olimpiadi di Parigi, mentre nei prossimi giorni sono previsti i rientri dei nazionali che hanno preso parte all’Europeo di Germania e alla Coppa America: Calafiori (sabato 20 luglio), Posch (mercoledì 24 luglio), Ndoye, Freuler e Aebischer (domenica 28 luglio), Lucumì (martedì 6 o mercoledì 7 agosto).
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