Intervistato da Il Resto del Carlino, l’ex allenatore del Bologna Gigi Maifredi ha parlato del momento magico dei rossoblù e del futuro di Thiago Motta. Ecco alcune delle parole di Luigi Maifredi, l’uomo che guidò il Bologna nella stagione 1990-91 che passò poi alla Juventus nella stagione successiva.
Sirene Juventus a Casteldebole
Penso che se le strade del Bologna e di Motta a giugno dovessero separarsi la sua collocazione più logica sarebbe alla guida di un Barcellona o di un Psg, grandi club di cui Thiago ha già respirato l’aria.
Aria da Champions
Finalmente: mi ero un po’ stancato di assistere a campionati fotocopia che avevano come solo obiettivo la salvezza. Una piazza come Bologna meritava qualcosa di molto più grande. Intanto, due anni fa è arrivato il mio amico Giovanni Sartori, che non sbaglia un colpo. Saputo c’è da dieci anni e rappresenta una garanzia di solidità. E poi c’è Motta, che ha fatto decollare la squadra. Società, allenatore e direttore sportivo: quando queste tre componenti funzionano allora si può pensare più in grande. Il primo obiettivo a questo punto è andare in Champions. Se guardo alla classifica e a quello che il Bologna ha dimostrato fin qui con le dirette concorrenti qualificarsi per la Champions è un obiettivo più raggiungibile.

Un discorso per Thiago
Quando io lascia Bologna per andare alla Juve qui avevo un presidente, Gino Corioni, che in rapporto alle sue possibilità aveva fatto il massimo. Oggi il Bologna ha Saputo, che è un gigante, e con un proprietario così nulla è precluso. Se un allenatore sposa Saputo e lo attrae con risultati importanti, crescita dei giocatori e idee di gioco, allora può anche convincerlo ad allargare i cordoni della borsa per allestire un Bologna in grado di lottare per lo scudetto. A Thiago direi che Torino non è Bologna se questa dovesse essere la sua scelta: che non pensi, andando là, di trovare un paradiso.
Panchina Juve
Allegri ogni volta racconta che la società gli ha chiesto di arrivare tra le prime quattro. Ma io sono stato su quella panchina e so che se sei alla Juve non c’è competizione a cui tu possa partecipare senza che ti venga chiesto di arrivare primo. L’ultimo Allegri mostra l’insicurezza di chi sa che non è gradito. E non è più l’Allegri dei cinque scudetti bianconeri.
Motta, un allenatore moderno
E’ un allenatore perfettamente in linea con i dettami del calcio moderno: grande corsa e grande organizzazione. In più si vede anche da fuori che il suo Bologna è un gruppo unito. E nel mazzo ha un asso che nessuna delle concorrenti ha: Zirkzee.

Zirkzee
Ha un fisico statuario, ma si muove come un ballerino facendo cose da fuoriclasse: mi chiedo come mai queste qualità enormi fin qui le abbia tenute così nascoste. Ma il calcio è così: trovi l’ambiente giusto ed esplodi. In questo Bologna è speciale perché sa farti crescere come poche altre piazze. Se un allenatore vuole diventare grande deve sedersi sulla panchina del Bologna. E’ una città che ama il bel calcio e il buon vivere. E se riesci a portarla dalla tua parte, come successo a me, ti adotta per sempre.
Villa per Maifredi, Calafiori per Motta
Al di là delle tecniche paraffine, Calafiori mi sembra che abbia la stessa determinazione di Villa. Oggi nel panorama dei nostri difensori brilla di una luce speciale. Se Spalletti a questo giro non l’ha chiamato è perché serviva di più all’Under 21. Ma Calafiori sarà il titolare fisso dell’Italia negli anni a venire. Anche in questo caso, grazie alle sue doti e grazie al Bologna.
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