Tra i tifosi più appassionati del Bologna c’è sicuramente Gian Mario Anselmi, italianista e storico della letteratura che ha rilasciato una lunga intervista al Corriere di Bologna, dove racconta come è nato il suo amore per i rossoblù, e come ha vissuto questa magica stagione.
Prima del liceo ho ambientato in Piemonte, poi in Sicilia. Mio padre era un dirigente statale, quindi ci spostavamo. Quando ero piccolo andavo a vedere con lui la Pro Vercelli, che era in C, allora. Ma venendo a Bologna e andando allo stadio, prima con i miei genitori poi in autonomia, mi sono appassionato al Bologna. In particolare mi sono legato a questi colori con il Bologna di Marronaro in B. Giocavano con entusiasmo nuovo e contagioso. E lì ho cominciato a tifare Bologna. Comunque ho un’età e il Bologna dello scudetto lo ricordo bene.
C’era l’Inter che dominava, il Milan era molto forte. Le squadre ai vertici erano poi più o meno le stesse. Anche quel Bologna venne fuori un po’ alla volta. E l’entusiasmo che si creò, enorme, arrivò piuttosto in fretta, come quest’anno. Il calcio di allora non è quello di oggi ma ho visto partite spettacolari quest’anno che non ho visto nel Bologna di allora. Quel controllo palla, lo scambio continuo e non sbagliare un colpo ha reso certe gare straordinarie. Poi certo in quel Bologna c’erano più fuoriclasse, ma quelli di oggi lo diventeranno e speriamo nel Bologna.
Sono sempre stato abbonato, ma quest’anno a causa di qualche acciacco e delle partite in giorni sempre diversi ho dovuto rinunciare. Ma mi è dispiaciuto perché per me andare allo stadio è come tornare bambino, a quando mia madre mi metteva la sciarpa e “non prendere freddo” diceva, mentre partivo con papà. Per me la partita è imprescindibile. Sono riuscito a vedere una gara del Bologna anche in un angolo di museo a Barcellona, con il cellulare. Accomuna tutti i tifosi, questo tornar bambini. L’entusiasmo infantile, le prese di posizioni viscerali, le arrabbiature feroci o le gioie folli. E’ solo del calcio, questo.
I grandi prosatori del Bologna, quelli che scrivono i romanzi lunghi, per me sono Ferguson e Freuler. Mentre il narratore della squadra è Calafiori e il poeta, senza dubbio, Zirkzee.
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