Fabio Bazzani, ex collaboratore di Sinisa Mihajlovic al Bologna, ha parlato dello sfogo di Thiago Motta, commentando anche lo stato attuale del mercato dei rossoblù. Di seguito le sue parole nell'intervista concessa al Corriere di Bologna.

Sullo sfogo di Thiago Motta: “È qualcosa per smuovere le acque, per far suonare forte un campanello d’allarme percepito in ritiro. Ogni allenatore vorrebbe essere il più avanti possibile nella costruzione della rosa: anche Sarri, Mourinho, Italiano e Juric si sono lamentati, l’Inter è senza portiere. Ha speso solo il Milan, reinvestendo i soldi di Tonali, ma è chiaro che ogni allenatore guarda in casa sua”.

Sulle assenze in Olanda: “Motta ha visto che il suo lavoro per far crescere la squadra è frenato. La frase sui tifosi dimostra che ha voglia di contraccambiare l’affetto, magari ha sentito un po’ di sana paura di non poter soddisfare le aspettative. Credo che non abbia accusato qualcuno, ma abbia fatto capire che prima si fa e meglio è: dirigenti navigati come quelli del Bologna non si faranno scivolare addosso quelle parole, ma possono gestirle”.

Sul mercato del Bologna: «Pensava di operare qualche cessione e questo sta bloccando alcune situazioni, tra giocatori a fine contratto o fine prestito e l’infortunio di Soumaoro mancano 6-7 elementi e Thiago ha palesato il suo disappunto. Qualche frase oltre le righe può essere arrivata per questo, poi si può discutere se potesse dire mezza cosa in più o in meno».

Su Barrow: “Non rientra nei piani e forse l’ha visto adagiarsi un po’, quindi ha deciso di forzare la situazione per fare in modo che prenda in considerazione una proposta”.

Sulle motivazionI di Thiago Motta: “Un aspetto importante: con quello sfogo, Thiago si è posto anche agli occhi del gruppo come garanzia per cercare di ottenere il massimo. Se un giocatore rappresentativo vede che l’allenatore accetta passivamente questa situazione, magari si fa qualche domanda. Invece così Motta ha chiesto garanzie di competitività anche per i giocatori cpiù importanti, si è dimostrato garante del gruppo: è uno che pretende il massimo da tutto e tutti ed è il primo che non accetta di buon grado di partire ridimensionato”.

Sul bisogno di avere concorrenza in rosa: “Motta alza molto l’intensità in allenamento, i 6-7 ragazzini fanno numero, ma fai fatica a chiedergli una certa intensità fisica e mentale con continuità. Inoltre, se un giocatore non ha l’alter ego con cui si gioca il posto durante la stagione rischia di adagiarsi. Resettare le gerarchie e dare chance a tutti è stata la sua forza: dicendo che il Bologna non è competitivo per la A è stato oggettivamente esagerato, ma ha voluto smuovere qualcosa. Sono certo che l’area tecnica farà quelle operazioni: è un gioco delle parti, per arrivare all’obiettivo comune”.

 

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