L’edizione odierna del Resto del Carlino riporta le parole dell’ex portiere rossoblù Marco Ballotta. Nato nel 1964, l’anno dell’ultimo scudetto a tinte rossoblù, Ballotta è cresciuto nel Bologna, senza tuttavia esordire in prima squadra. L’ex portiere ha parlato, oltre che del momento del Bologna, anche di alcuni singoli, come ad esempio Zirkzee e Ferguson, oltre che di Skorupski e Ravaglia.
È una squadra che seguo con grande simpatia. E il club con il quale mi sono formato. Anche se… Anche se? Ho fatto parte dell’organico della società nei primi anni Ottanta, mescolando A, B e C. Diverse stagioni, nessuna presenza. Poi arrivo Gino Corioni, lo ero stato mandato in prestito l’anno precedente al Modena. Corioni lasciò andare tutti i prestiti. Rimasi a Modena, la mia carriera è iniziata li.
Scelgo tre aggettivi: spettacolare, inaspettato e concreto. ll Bologna non é li per caso. C’è un grande lavoro alle spalle. La squadra segue bene le direttive di Thiago. Sartori ha messo in piedi un bell’organico. E la società è solida. Con la Champions ci può essere la svolta. Perché la Champions, lo sappiamo, porta benefici economici. Non era prevista, ma se dovesse dovese arrivare, come mi auguro, penso che spingerebbe Saputo a investire di più. Il Bologna non è una meteora.
Chi mi piace di più? Dico Ferguson, ma è il gruppo che fa la differenza. Thiago monta e smonta il giocattolo. E il risultato è identico. Gruppo unito e compatto. Oltre a Ferguson? Non dico nulla di originale: Calafiori e Zirkzee. Joshua non è un bomber nel senso classico. Gioca per la squadra. Penso che provi più soddisfazione a fare l’assist che a segnare. Faccio fatica a fare paragoni. Ha fisicità e velocità. Ma due piedi educati e grande sensibilità. Mi verrebbe da dire Roberto Mancini, per la predisposizione al passaggio. Ma il Mancio non aveva quel fisico li. E poi….. Dico Totti. Ma, ripeto, con quel fisico li…
Ecco, non sempre porta bene. Al Bologna si. Perché? Parto da un aspetto. Non ho letto una polemica che sia una. E Thiago tratta i portieri come i giocatori di movimento. Thiago è stato chiaro. E l’alternanza diventa uno stimolo per entrambi. Skorupski, che è il titolare, sa che deve migliorare sempre. Ravaglia, che sulla carta é il secondo, sa che può essere utilizzato in qualsiasi frangente. E non molla mai.
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