Dopo la vittoria del premio come miglior difensore dell’anno, Alessandro Pajola ha parlato della stagione attuale e delle sue ambizioni individuali e con la Virtus Bologna. Di seguito le sue parole, riportate da TuttoSport.
Un premio che mi rende molto felice e orgoglioso. Vuol dire che il lavoro paga. Tanto merito va anche alla squadra e agli allenatori che ho avuto in carriera. C’è tanto da imparare da chi che ti sta attorno.
Al giorno d’oggi per una guardia moderna è difficile farne a meno. Era qualcosa che andava migliorato, soprattutto col lavoro mentale. La fiducia va acquisita: vedi in giro tiratori con un meccanica bruttissima, eppure fanno sempre canestro. Bisogna essere consapevoli di poterla mettere. Il gesto tecnico si migliora ripetendolo. Il tiro presuppone mille varianti, che vanno allenate. Belinelli tira tutto storto ma lo allena, combinandolo al talento naturale, ed è efficacissimo.
Bisogna lavorarci sopra, anche se c’è pochissimo tempo. La Virtus deve essere continua per tutta la partita, altrimenti se non siamo al top anche per soli 3’ possiamo pagarlo. La molla deve essere rimanere costantemente aggressivi sugli ottimi giocatori di Venezia, guardie e lunghi.
Sinceramente ne prendo una per volta. Penso solo alla Reyer. Vogliamo chiuderla subito, per poi rifiatare e riposarci, smaltendo qualche acciacco qua e là . Il campionato si è alzato molto di livello. Milano, Trento, Trapani… sono tutte squadre formidabili.
Ci siamo resi conto che così non potevamo andare avanti, parlandoci chiaramente tra di noi. Club, tifosi e piazza meritavano di meglio. Se la squadra è tutta sul pezzo, ci sentiamo i più forti, altrimenti si può perdere con chiunque. Era una fase in cui era difficile trovare motivazioni, con tanti giocatori non al meglio. Ma sappiamo chi siamo e quali sono le nostre armi.
Penso che anche lì sia necessario pensare prima di tutto a noi stessi. Vale per la Virtus, ma anche per l’azzurro. Siamo inferiori sulla carta a Spagna, Germania, Grecia o altre, però il nostro è un bellissimo gruppo, col Poz che ci infonde enorme fiducia. Saremo difficili da affrontare.
Il futuro è imprevedibile. Non si capisce bene cosa ci sarà in Europa. Non guardo mai troppo avanti; preferisco vivere alla giornata. La Nba è il massimo a cui ambire. Il punto è quale NBA: fa la differenza andarci per giocare o per non mettere piede in campo. Si vedrà .
Lo spero vivamente. Ha le carte in regola per farlo, se saremo tutti cattivi, sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda.
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