Marco Di Vaio, attuale direttore sportivo del Bologna ed ex capitano rossoblù, ha parlato in una lunga intervista concessa all'edizione odierna del Resto del Carlino. Di seguito alcune sue dichiarazioni.

Sul ruolo da dirigente: “C'è più pressione. Da capitano riuscivo a esprimere me stesso, quello che sapevo fare. Dopo, invece, non sono stato mai io il principale attore nelle scelte, nelle trattative. Gli errori commessi hanno reso il tutto ancora più difficile. Sei stato capitano allora pensi di incidere anche da dirigente: non è assolutamente così. C'era bisogno di una crescita, di prendere consapevolezza del ruolo. La gestione umana è la parte più difficile”.

Sui momenti difficili in passato: “Non ho mai pensato lasciare il Bologna, ma tante volte sono stato male per quello che è successo. Ma l'amore per il club mi ha sempre fatto andare avanti. Lo dico sempre: non penso che quello che ho passato qui lo potrei sopportare da altre parti”.

Sui suoi colleghi passati: “Con Corvino non ero pronto, non avevo esperienza ed è stata dura. Bigon mi ha fatto vivere ogni momento di questo ruolo e con lui ho avuto un'evoluzione completa. Sabatini è il più diverso di tutti, guarda al calcio con una visione romantica. Io non mi sono mai innamorato di un giocatore, lui ogni sessione di mercato. Una visione affascinante, ma lontana dalla mia”.

Su Sartori: “Lega la vecchia e la nuova generazione. C'è un grande confronto tra noi”.

Sul futuro del Bologna: “C'è la volontà di continuare a crescere, di raggiungere l'obiettivo minimo chiesto dal presidente Saputo: i 50 punti che ci permetterebbero di porre le basi per un Bologna che lotta per l'Europa. È un obiettivo per noi”.

Sui trasferimenti in uscita: “Le cessioni di Hickey e Svanberg erano in previsione. Per Theate è arrivata un'offerta molto alta. Ha pesato la volontà del ragazzo di giocare in Europa. Non ci piaceva l'idea di cederlo. Comunque con lui si chiude la campagna trasferimenti in uscita: Arnautovic resta, è molto dentro alla squadra  al progetto. La nostra volontà è di non cedere più nessuno. Crediamo ancora tanto in Barrow, come in Vignato e Orsolini”.

Sul difensore in entrata: “I nomi sono quelli, ma anche altri. La volontà è trovare due giocatori che alzino il livello della squadra”.

Sull'assenza di Mihajlovic: “Abbiamo uno staff molto preparato che ha dimostrato di poter sopperire a un'assenza enorme come quella del mister. La grandezza dell'uomo Sinisa ci costringe tutti ad avere una responsabilità in più verso di lui. Dobbiamo dare ancora di più”.

Sul futuro: “Sogno di vedere il Bologna giocare in Europa, ma dipende da tanti fattori. Abbiamo un club serio e credibile e la volontà è di continuare a crescere e fare quel salto che ci porti a lottare per l'Europa”.

Su Ilicic: “Parlare di un giocatore così dimostra la nostra crescita. Per ora è un sogno e va trattato come tale”.

Per poter leggere l’intera intervista del direttore sportivo rossoblù rilasciata in esclusiva al Resto Del Carlino clicca su questo LINK

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