Matteo Boniciolli: “Quando post malattia dovetti dare le dimissioni dalla Fortitudo, un utente di Facebook scrisse che sperava io morissi. Trovai il numero e lo chiamai, ringraziandolo e avvisandolo che mi ero rivolto alla polizia postale. Mi disse che se mi avesse insultato sarebbe stato perseguibile, avendomi augurato la morte no. Aveva ragione lui. Purtroppo anche una città di straordinario spessore culturale ha subito il deterioramento del tessuto del Paese. I social? Hanno sostituito la Doxa, sembrano diventati agenzie che fanno indagini di mercato”.

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