Una partita folle, pazza, una delle tante a cui ci ha ormai abituato il Bologna di Thiago Motta in questa stagione. Una partita che, dopo un primo tempo balbettante (ma tutto sommato equilibrato), ci aveva fatto vedere i vecchi fantasmi della solita e vecchia squadra di fine stagione che perde una marea di punti per strada. Una partita che invece, nel secondo tempo, ha fatto esplodere di gioia tutti i tifosi rossoblù, che grazie al gol allo scadere di Ferguson hanno potuto festeggiare con una vittoria l’ultimo match in stagione in Serie A. Di fronte c’era un Lecce che, seppur fosse reduce dalla sfida di Monza che ha sancito la matematica salvezza, non si è per niente tirato indietro, e ha dato vita a un divertentissimo spettacolo (anche se in certi frangenti è stato frutto di alcuni errori commessi da entrambe le parti). Il Bologna, detto già di un primo tempo non perfetto (ma pure un po’ sfortunato), ha invece messo in campo nella seconda frazione di gioco tutta la sua maggiore qualità e, alla fine, ha meritato di portare a casa la posta piena in palio. Qui lo dico e qui lo nego: negli anni scorsi questa partita non l’avremmo mai vinta. Il cambio di mentalità portato in città da Thiago Motta è evidente, e ora pure anche l’obiettivo dall’importanza più misera viene inseguito e, spesso, conquistato.

Di pregevolissima fattura sono state tutte e tre le reti segnate dai giocatori rossoblù: imperioso il colpo di testa di Marko Arnautovic (e molto bello sarebbe stato anche il gol annullato per fuorigioco del primo tempo), di grande qualità il tiro a fil di palo di Joshua Zirkzee (seconda marcatura stagionale per l’attaccante olandese, che speriamo possa essere di buon auspicio per l’anno prossimo) e stupendo il tiro a giro di Lewis Ferguson (settimo gol in campionato per lui, ormai pedina imprescindibile per questa squadra). Per il resto, bene l’ingresso di Niklas Pyyhtia, che ha confezionato un bell’assist per il gol di Zirkzee, ottima la gara di Lukasz Skorupski, che in svariate occasioni salvato il risultato, e perfetta la gestione del match, e dei cambi (ma non è la prima volta) da parte di Thiago Motta, che invece non mi è per nulla piaciuto nella conferenza stampa post-partita. Nella serata del record di punti, e in cui hai conquistato un bellissimo nono posto, non ha a mio avviso alcun senso prorompere in quel modo di fronte ai giornalisti e alle telecamere. Non ci resta che sperare che questa sua tensione sia dovuta solo alla concitazione del momento, e che invece non ci sia qualcos’altro dietro.

Grazie ai tre punti conquistati ieri, il Bologna si è così issato al nono posto, miglior piazzamento di tutta l’era Saputo, con 54 punti (record per il club rossoblù nell’epoca dei tre punti a vittoria e col campionato a venti squadre). Forse per qualcuno non saranno traguardi così tanto soddisfacenti, ma per il sottoscritto, che ha dovuto vivere tante annate ben più negative, rappresentano probabilmente il miglior risultato vissuto in tutta la sua vita (ma questo non credo sia un bene…). Con la speranza che questo sia solo l'inizio…

Siamo dunque arrivati alla fine della stagione. È stata un anno molto intensa per il Bologna, che nel corso delle giornate ha dovuto affrontare diverse situazioni complesse. Innanzitutto l’esonero del compianto Sinisa Mihajlovic dopo sole cinque partite (condite da tre pareggi e due sconfitte), un gesto che si è reso purtroppo necessario e che nessuno di noi avrebbe mai voluto vedersi realizzato. Da lì, dopo un brevissimo interregno vincente sotto la guida di Luca Vigiani e Paolo Magnani, è arrivato Thiago Motta, che, dopo un breve periodo di adattamento iniziale caratterizzato da molti dubbi e tanta paura (e zero vittorie), è stato in grado di rivitalizzare una squadra che, fino a quel momento, era parsa molto debole e in grado a malapena di potersi salvare (non scordiamoci che i rossoblù dopo la prima metà del girone di andata si trovavano al diciassettesimo posto). Lewis Ferguson, Stefan Posch, Andrea Cambiaso, Adama Soumaoro, Jhon Lucumì, Jerdy Schouten, Riccardo Orsolini e Nikola Moro: questi sono solo alcuni dei giocatori lanciati o rivitalizzati dal tecnico italo-brasiliano, che col passare delle settimane sono diventate delle pedine imprescindibili per il Bologna. L’auspicio di tutti, ora, è che l’ottimo lavoro impostato da Thiago Motta nell’annata appena conclusa possa proseguire pure nella prossima. Certo, qualche dolorosa cessione per ragioni di bilancio me la aspetto (ce ne saranno almeno due a mio parere, e in questo calcio moderno rappresentano ormai la normalità per gran parte delle squadre in Italia e in Europa), ma sarà importante innanzitutto non rivoluzionare una rosa che, escludendo le prime dieci giornate, ha mantenuto un passo sostanzialmente da Europa League (da sesto posto, giusto per la cronaca). Sarà senz’altro un’estate ricca di notizie e colpi di scena, ma ormai ci siamo abituati (e con Giovanni Sartori al timone delle operazioni io non ho paura di niente).

Per concludere, vorrei ringraziare di cuore chiunque abbia avuto la pazienza di leggere le mie analisi e riflessioni negli ultimi mesi. Spesso e volentieri avrò scritto sicuramente delle sciocchezze, e magari ogni tanto delle cose non gradite a tutti, ma vi assicuro che ogni cosa che avete visto su questi schermi è stata opera di un tifoso del Bologna che ci ha messo tutto il suo cuore e la sua passione. Quindi grazie, e ci risentiamo presto!

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