Non è solo una sfida Champions. Atalanta-Bologna è un contenitore di storie, di sliding doors calcistiche e intrecci emotivi che si rinnovano ogni anno. Dietro il lunch match del Gewiss Stadium si nascondono episodi che hanno segnato stagioni, carriere e, in alcuni casi, persino la storia recente di entrambi i club.
Come raccontato dal Resto del Carlino, era il 2017 quando Riccardo Orsolini indossava la maglia dell’Atalanta. Appena arrivato, giovane, ambizioso, con un sogno: segnare il suo primo gol in Serie A. Ci riuscì – almeno per qualche secondo – contro il Crotone, in un rotondo 6-1 nerazzurro. Ma la tecnologia rovinò la festa: il VAR cancellò tutto per un fuorigioco millimetrico. La rete vera, la prima in A, arrivò un anno e dieci giorni dopo. Ma con addosso il rossoblù, non il nerazzurro.
Ironia della sorte, l’Atalanta è poi diventata una delle sue vittime preferite: tre reti contro la Dea in carriera, una delle quali dedicata al compianto Sinisa Mihajlovic, dopo la sua scomparsa. L’ultima nel 2022, in un successo per 2-0 a Bergamo che spezzò un digiuno di tredici anni in trasferta contro la squadra di Gasperini.
Si torna indietro al gennaio 2009: Bologna non aveva ancora vinto fuori casa in stagione. Sulla panchina, Sinisa Mihajlovic con il suo carisma e la sciarpa rossoblù ben visibile. In campo, all’esordio, Osvaldo da ex, e poi il gol decisivo di Volpi: una punizione apparentemente innocua, che nessuno tocca, ma che beffa Coppola, altro ex di giornata. Un 1-0 gelido, ma fondamentale, come ricorda il Resto del Carlino.
Atalanta-Bologna significa anche salvezza, come nel maggio 2010. Partita decisiva: Viviano para un rigore a Valdes, Guarente segna da lontano, Tagliavento prima concede e poi toglie un rigore ai rossoblù. Sembra tutto finito, ma a otto dalla fine Peluso sbaglia porta e regala al Bologna un punto vitale. Il pareggio salva virtualmente i felsinei, mentre condanna l’Atalanta alla retrocessione.
Nel febbraio scorso, nel quarto di Coppa Italia, Atalanta e Bologna si ritrovano ancora. Stavolta il protagonista è Posch, appena ceduto in prestito ma subito schierato da Gasperini contro i suoi ex compagni. L’austriaco entra e sbaglia tutto: fallo ingenuo, punizione concessa e sullo sviluppo dell’azione tiene in gioco Castro per il gol vittoria rossoblù. Da ex a carnefice inconsapevole, in meno di ventiquattr’ore.
Tutti questi episodi rendono Atalanta-Bologna una sfida che va oltre la classifica. Per il Bologna è l’occasione di affermarsi definitivamente tra le grandi del campionato. Per Orsolini, forse, un’altra possibilità per riscrivere la sua storia. E per chi ha memoria, sarà impossibile guardare questa partita senza pensare a Sinisa, a Peluso, a Volpi, e a tutte le volte in cui il destino ha deciso di intromettersi.
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