Roberto Soriano festeggia il gol al Torino (ph. Instagram Bologna FC)

Secondo pareggio consecutivo, raccolti 2 punti tra Spezia e Torino, ma anche quarta partita senza vincere, bene ma non benissimo, eppure qualche segnale di ripresina c’è. Si galleggia.

Considerazioni sparse.

La prima: 14 punti in 13 giornate, +7 dalla zona retrocessione, 6 squadre sotto. Buon margine per stare tranquilli, questo è lo spessore del Bologna, sperare in qualcosa in più è un azzardo. Se tutto fila liscio il Bologna è attrezzato per piazzarsi tra il 10° e il 15° posto, salvezza tranquilla e così sia, sogni di gloria rimandati a data da destinarsi e chi si stupisce - come nella canzone di Povia - «è un bambino che fa ohhhh» e lo fa da cinque anni, quelli della gestione Saputo.

La seconda considerazione: il ritiro, tutti in castigo fino a Natale, brrr che paura, anzi no, solo un po’, ok, torniamo a casa, ci sono gli stipendi che slittano, veniamoci incontro, io ti faccio un favore e tu ne fai uno a me, facciamo pace? Pace. Caschiamo sempre lì: è stata una pagliacciata, una decisione/controdecisione che sa di muffa, di vecchio, di matusa. La verità è che ci sorprende che una dirigenza che si dice moderna come quella del Bologna ancora accetti soluzioni di questo tipo, da anni ’70, quando eravamo tutti più ruspanti e sbagliavamo meno cravatte. Ma davvero credete che un allenatore per risultare credibile agli occhi dei suoi giocatori debba ancora alzare la voce e fare il ghigno da cattivo?

La terza: nel Bologna di oggi Soriano pesa quanto Lukaku nell'Inter. O Cristiano Ronaldo nella Juventus. Col Torino ha segnato il sesto gol in questo primo terzo di campionato. (A proposito: l’assist di Vignato è uno dei gesti tecnici più belli di questo mese). Soriano, dicevamo. Sta vivendo forse - se consideriamo la continuità di rendimento e l’incisività - la sua migliore stagione, sui livelli del biennio che lo divise tra Sampdoria e Valencia. L'unica volta che è andato a segno e il Bologna non ha fatto punti è stata quella che ha coinciso con la sconfitta al Dall’Ara contro il Sassuolo. Per il resto: due gol ad aprire la strada nel 4-1 al Parma, il gol del momentaneo pari col Cagliari (partita poi vinta), il gol della vittoria col Crotone e questo del pareggio col Toro. Punti made in Soriano: 10. 10 punti sui 14 totali, fate voi. Sempre titolare, e ci mancherebbe. Sostituito solo due volte nel finale: a vittoria acquisita contro il Parma e a frittatona fatta contro la Roma. La centralità di Soriano in questo Bologna è una verità inconfutabile. In una squadra senza centravanti - Barrow è una seconda punta, a Palacio non si può chiedere tutto, a Santander non si può purtroppo chiedere più niente - Soriano tiene in piedi da solo praticamente tutta la baracca.

Ora, facciamo un giochino. Provate a immaginare questo Bologna senza Soriano. Chiudete gli occhi, provateci. Anzi no. Meglio di no. Meglio non pensare a come sarebbe la classifica del Bologna senza Soriano, meglio evitare. Riaprite gli occhi.

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