Le parole di Jesper Karlsson in una lunga intervista rilasciata ai microfoni della Gazzetta dello Sport in vista del match di questa sera tra Milan e Bologna.
Me lo ha detto anche nei giorni scorsi Lollo: in queste settimane ho pensato molto a quando arriverà il momento del mio ritorno, al dare una mano alla squadra, a vincere la prima gara del 2024. A Bologna ho visto cultura calcistica profonda e forte. E passione. Spero di diventare una risorsa in più da qui a fine stagione, sì. Voglio giocare bel calcio per il Bologna, mi sento forte e pronto a mettere le mie qualità dentro la squadra. E sono felice di tornare. Il mio calcio è creatività. Che può creare problemi agli avversari. La maglia numero 10 l’ho scelta perché l’ha indossata qui anche Baggio: vestirla è responsabilità, orgoglio, rispetto.
Beh, certamente mi avrebbe aiutato, avrebbe facilitato le cose, anche nell’ambientamento. Ma in questi giorni ho pensato che c’è tempo, mi ricapiterà e magari sarà gol. Dopo due mesi non vedo l’ora di giocare, di mostrarmi, di divertirmi giocando bene a calcio e tornare ai livelli visti in questa stagione.
Obiettivo, sogno e possibilità. Nel Bologna vedi bene lo spirito di tutti e si gioca un bel calcio.
Miglior calcio non so ma da quel punto di vista siamo lì a livello alto, molto alto. Fra i top. Sappiamo cosa fare, sempre.
Lui è chiaro, sa cosa vuole in campo e lo fa capire bene. Quando insegna sa di cosa parla.
Giocare in Serie A per me è anche una sfida. Una sfida non di tecnica, ma mentale, perché la parte tecnica del calcio italiano non mi ha mai spaventato, io mi sento uno che vuole competere, da sempre. Motta mi insegna i meccanismi, quando difendere o appoggiare, tutto quello che fa parte dei movimenti di squadra. Nella mia vita ho giocato anche seconda punta ma la zona migliore per me è partire da sinistra, cercando la porta.
This is football…
Mai pensato di andar via. E’ qui il mio focus, il posto in cui voglio migliorare, crescere, vincere.
Io e lui abbiamo giocato insieme in Nazionale, lo conosco bene. Da piccolino guardavo i brasiliani come modelli, da Ronaldinho a Robinho o Neymar negli ultimi anni. Ma Zlatan è leggenda, ispirazione. Unico.
Qualcosa c’è, sì. La fisicità o anche il saper trasformare le situazioni difficili in semplici. Di certo è bello vederlo giocare…
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