Julio Cruz, ex attaccante del Bologna dal 2000 al 2003, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport, nella quale ha raccontato le sue sensazioni e convinzioni riguardo alla stagione dei rossoblu.
Di seguito le sue parole.
“L’altro giorno mi ha chiamato una televisione argentina per chiedermi anche del Bologna. Lo volete capire che c’è bisogno di tempo, è tutto un processo di esperienza e maturità che deve essere completato? La doppia competizione non è una cosa facile.”
“Ci sono giocatori non abituati non solo alla doppia competizione, che diventeranno tre appena riprende la Coppa Italia, ma molti la Champions League non l’hanno proprio vissuta sul campo. E’ quindi una prima volta per tutto e abituarsi, anche mentalmente, non è cosa semplice. Poi è chiaro, l’anno scorso c’erano Zirkzee e Calafiori e non è facile sostituirli: serve tempo, per trovare le linee giuste, di gestione soprattutto.”
“Appunto., Ma non dimentichiamo due cose: la prima, è nuovo nell’ambiente Bologna ed ha avuto coraggio nel prendersi la squadra dopo Motta, segno di grande responsabilità; la seconda: deve conoscere e farsi conoscere, seguire, dai giocatori. Vero che sono passati già alcuni mesi ma uso sempre lo stesso termine: è un processo conoscitivo per tutti e fra tutti.”
“A Castro: ha vent’anni, mi pare quasi un adulto.”
“Confermo: uno dei migliori tre. E’ anche campione del mondo, è un grande portiere che è maturato via via, col lavoro, lo sviluppo dei fondamentali, ha lavorato tantissimo e si è fatto un nome pieno di credibilità. Ormai è un colosso.”
“Io tifo per il Bologna, sempre. Quindi per Castro: ha carattere, sa fare la lotta, calcistica ovviamente, sa dialogare e vedere la porta. Ha fatto tre gol di cui due bellissimi, quello a Monza mi pare sia stato eccezionale. Per l’età che ha l’ho visto cresciuto tantissimo. Ecco, considerando che lui era arrivato a gennaio, e la società è stata brava a portarlo prima in Italia per farlo ambientare, il suo processo è stato veloce. Stessa cosa hanno fatto con Benjamin Dominguez: ha numeri, ma deve crescere…”
“Tutto può succedere, non pensiamo che il Bologna sia spacciato: perché prima o poi i processi hanno un’impennata decisiva. L’altro giorno un amico mi chiese di quel che successe all’Inter contro l’Arsenal, quando vincemmo a casa loro 3-0 per poi perdere a San Siro: è il calcio, può capitare di tutto.”
“Guardate l’Atalanta: è successo tutto poco alla volta ma ora è una certezza stabile del nostro calcio e anche in quello europeo. Il Bologna l’ho visto sempre in campionato: se sei avanti di due gol, come a Genova, non può farsi recuperare ma ha dei valori e giocatori di livello alto. E deve vivere una Champions come processo di maturazione: serve tutto, la crescita arriverà, quando meno te lo aspetti. E un bel risultato sarebbe anche un sorriso per quel che sta vivendo Bologna città…”
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